Misure urgenti per il credito, estendere a tutti gli ammortizzatori sociali e l'idea di un 'whatever it takes' della politica economica italiana. Nel giorno in cui il governo decide di usare l'arma della chiusura delle scuole fino al 15 marzo (LEGGI QUI), a Palazzo Chigi il premier riunisce parti sociali, enti locali e imprese per un maxi tavolo sulle misure economiche. Sul piatto il decreto che dovrebbe stanziare entro la settimana la mini-manovra da 3,6 miliardi, una cifra che, spiegano i sindacati, potrebbe anche "aumentare".
Gli ospiti cercano risposte da Giuseppe Conte, ma soprattutto rilanciano le proprie proposte per uscire dall'incubo coronavirus. In prima fila c'è Confindustria, che presenta all'esecutivo il documento 'Assi portanti di azione e reazione all'arretramento dell'economia', dove si mette nero su bianco l'idea che "questa crisi può diventare l'occasione per fare quello che in situazioni ordinarie i governi non riescono - o non vogliono - fare". Il ragionamento è che l'impatto del coronavirus sull'economia "sarà rilevante, se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali", un riferimento diretto al fatto che sia il momento di un 'whatever it takes' della politica economica, che "abbia però un chiaro indirizzo nell’allocazione delle risorse e degli effetti da realizzare".
Sul fronte bancario, l'Abi sollecita "misure urgenti" per contrastare il rallentamento dell'economia e favorire le imprese nei rapporti con le banche, oltre alla sospensione dei mutui nei territori in emergenza. E ancora: aumentare il Fondo di Garanzia per le Pmi e sollecitare con forza l'Unione europea per utilizzare al massimo il fondo solidarietà europeo e il fondo europeo per gli investimenti strategici. "Sono in arrivo nuove misure, dobbiamo fare uno sforzo in più e farlo insieme", è la risposta via Facebook del premier, che rilancia il modello Genova come stella polare per gestire gli investimenti.
A Palazzo Chigi ci sono anche i sindacati, preoccupati per gli effetti economici della crisi. "Il governo ci ha garantito gli ammortizzatori sociali per tutti", spiega la leader Cisl, Annamaria Furlan, mentre Maurizio Landini della Cgil difende i lavoratori: "In questa fase non deve esserci nessun licenziamento, nessuna impresa deve licenziare". Bisogna "intervenire subito, occorre fare una grande iniezione di investimenti, ma le risorse ci sono e sono ferme da tempo, serve il massimo coordinamento", è la ricetta Uil di Carmelo Barbagallo. A livello locale interviene il presidente dell'Anci Antonio Decaro, che chiede una cabina di regia nazionale con regioni e autorità sanitarie nazionali per una reazione coordinata al virus.
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Coronavirus, Conte: "Modello Genova stella polare per gestire gli investimenti"
Sindacati preoccupati per gli effetti economici della crisi
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