"In 35 anni che faccio questo mestiere non ho mai visto nulla del genere, spero ci facciano sospendere l’attività perché così tanto non ha senso". Passeggiando tra i, pochi, banchi del mercato rionale del mercoledì di San Fruttuoso a Genova ci si rende conto che le misure adottate dal Governo per contrastare e limitare la diffusione del Coronavirus iniziano ad essere ascoltate dalla cittadinanza ma a pagarne le spese sono loro: gli ambulanti.
A Genova al contrario di altri Comuni d’Italia i mercati rionali in mezzo alla settimana continuano a restare aperti. A Foggia, a Palermo, a Parma o per restare in Liguria a Rapallo o Arenzano per esempio sono stati sospesi fino al 3 aprile. L'assessore al Commercio di Genova Paola Bordilli spiega: "Il decreto governativo non contempla i mercati rionali, ma fa riferimento ai mercati coperti. Abbiamo insieme ad Anci chiesto un chiarimento al Governo su questo punto, Sicuramente nel weekend devono restare chiusi. Abbiamo chiesto che venga attuata una misura uniforme a livello nazionale in modo da regolare tutte le componenti imprenditoriale che lavorano nei mercati rionali all'aperto" precisa l'assessore.
Ma la situazione al momento per chi ci lavora è tutt’altro che felice. "C’è un 95% di persone in meno rispetto al solito, la gente è pochissima e quei pochi vanno dritti senza fermarsi, per noi è una mazzata" spiega uno dei titolari di un banchetto che vende abbigliamento intimo. E sì, è vero, le misure restrittive messe a punto del Governo hanno il fine di vietare gli assembramenti e pesano su praticamente tutti i settori del commercio. A metà giornata, alla fatidica domanda di quanti incassi sono stati fatti questa mattina per tutti gli operatori del mercato di San Fruttuoso la risposta è la stessa: zero. "Così non ha senso andare avanti, spero arrivi l’ordinanza che ci imponga di sospendere l’attività e poi arrivino però degli aiuti per il settore - racconta un titolare di un banco che vende articoli per la casa e per bambini -. Molti colleghi hanno già deciso di restare a casa e non si sono presentati, io sono qui perché comunque qualcosa devo provare a incassare per tirare avanti. Domani ho lo stallo in piazza Palermo ma se è così non vado neanche io".
Di norma sono tra i 110 e i 120 gli ambulanti che ravvivano il mercato, oggi se ne contano poche decine. Un’ottantina circa quelli che hanno deciso di restare a casa, per gli altri una giornata di lavoro praticamente persa. L’immagine emblematica che raffigura a la situazione è quella di via Paggi vuota, nemmeno uno stallo occupato: il deserto. I cittadini a passeggio sono pochi, età medio alta qualcuno ha la mascherina alla bocca, molti guardano ma vanno dritti per la loro strada, l’obiettivo è il supermercato vicino, per altri il solito bar. Ci dovrebbe essere la polizia a verificare il rispetto delle norme, quando passiamo noi non c'è traccia.
Distanze di sicurezza comunque come da ordinanza governativa rispettate, e non potrebbe essere altrimenti visto la poca gente in giro, ma intanto la cassa piange. E così sarà anche per le prossime settimane. Il Comune di Genova ha spostato il pagamento dell'acconto della Tari a settembre e soprattutto garantito per un mese il non pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico per tutti gli artigiani. Una prima misura, ma da ambulanti e istituzioni locali arriva l'appello, non solo diretto al Governo italiano ma anche all'Europa, perché quello dei mercati rionali nello specifico è solo una delle mille sfaccettature e problemi causati dal Coronavirus.
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Il Coronavirus lascia i mercati di Genova deserti, gli operatori: "Zero incassi, tanto vale sospenderli"
Altri Comuni hanno deciso di vietarli, Tursi ha chiesto chiarimenti al Governo
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