Sono aumentati i controlli in Liguria per fare rispettare le disposizioni del decreto "io resto a casa" per fronteggiare l'emergenza Coronavirus e fermare soprattutto i turisti delle regioni limitrofe. I carabinieri presidiano in particolare le strade delle riviere, Chiavari e Rapallo in testa, a cominciare dai caselli autostradali, per evitare che turisti dalla Lombardia o dal Piemonte circolino senza motivo.
Nei giorni scorsi molte seconde case sono state riaperte un po' in tutte le più rinomate località delle riviere. A Borghetto Santo Spirito, dove alcuni residenti hanno riferito al di turisti arrivati nel corso della notte, sono partiti subito i controlli di carabinieri e polizia municipale per verificare le segnalazioni. Nel frattempo, per ridurre ulteriormente i rischi di contagio, il sindaco Giancarlo Canepa ha chiuso i parchi pubblici e la passerella panoramica.
Bordighera invece ha chiuso il lungomare. "Se muoiono così tante persone e ancora oggi molti cittadini continuano a uscire per la passeggiatina, oltre alle denunce, che si devono fare, bisogna dare un segnale forte e pertanto stiamo valutando di chiudere il lungomare Argentina", ha detto il sindaco Vittorio Ingenito. "Ancora oggi ho trovato persone, residenti e di fuori, che mi hanno detto di essere usciti per una passeggiata. Vogliamo dare un messaggio forte a tutti affinche' stiano a casa, per la salute di tutti".
Pugno duro anche a Diano Marina contro i "furbetti" della passeggiata, dove la polizia municipale ha fermato sette turisti di Asti, Torino e Brescia, che passeggiavano in centro o sul lungomare. C'erano anche coppie di anziani coniugi a braccetto o mano nella mano, che quando sono stati fermati hanno dichiarato di non sapere nulla dei divieti e dell'autocertificazione. Sono molte le seconde case della Riviera affollate di turisti soprattutto piemontesi o lombardi, arrivati in Liguria nonostante i divieti.
In poche ore sono state 40 le persone denunciate dai carabinieri in tutta la provincia di Genova per violazione delle disposizioni dell'autorità giudiziaria: si tratta molti residenti, persone trovate anche da sole, in auto, in un quartiere lontano da quello di residenza che non hanno saputo dare giustificazione del proprio spostamento. A Genova, invece, la spiaggia di Boccadasse e il lungomare di corso Italia, normalmente affollati, non sono stati presi d'assalto dai genovesi come accaduto lo scorso fine settimana.
Tre i casi più rilevanti a Genova tra chi ha interpretato con più 'disonvoltura' il cedreto che punta a limitare la diffusione del Covid-19. In via Edera, una volante del commissariato San Fruttuoso è intervenuta perché un gruppo di sei ragazzi stava bevendo e giocando in un campetto del quartiere. I ragazzi, cinque maschi e una femmina, tra i 18 e i 21 anni sono stati denunciati per inosservanza delle disposizioni dell'autorità.
Nel secondo caso una volante ha fermato una macchina con a bordo cinque persone, tra cui due minorenni. Il gruppo ha detto di essere andato a mangiare una pizza a Boccadasse. Infine, è stato denunciato un uomo di 46 anni beccato a passeggiare in piena notte a San Fruttuoso, lontano dal quartiere di residenza. L'uomo ha prima dato una autocertificazione senza data e poi ha consegnato ai poliziotti uno scontrino per una spesa fatta però alle 18.
Gli agenti hanno anche denunciato una donna di 39 anni, cittadina ecuadoriana, in stato di ebbrezza e sorpresa in giro per la città senza l'autocertificazione attestante motivi di assoluta necessità. La donna ha rifiutato di compilarla dichiarando di essere italiana. A quel punto gli agenti hanno approfondito il controllo scoprendo che la 39enne è residente a Sesto San Giovanni. Nei guai anche un 26enne cittadino del Gambia e una genovese di 29 anni trovati in vico del Campo, nel centro storico e lontano dalle loro residenze, mentre stavano litigando. Alla richiesta degli agenti sul motivo della loro presenza in quella zona, la coppia non ha saputo dare spiegazioni né fornire l'autocertificazione. Inoltre i due giovani hanno anche rifiutato di compilarla.
CINQUE TERRE DESERTE, DIVIETI RISPETTATI - Carruggi e spiaggette deserti alle Cinque Terre, i suggestivi borghi liguri che ogni anno sono visitati da quasi 4 milioni di turisti. Ospiti e residenti hanno preso alla lettera i provvedimenti per il contenimento del contagio da virus. Fa una certa impressione vedere luoghi che in primavera e in estate sono sovraffollati di visitatori da tutto il mondo, come la piazzetta di Vernazza o le vie di Monterosso al Mare, completamente vuote e con la maggior parte dei negozi chiusi. Anche a Porto Venere la chiesa di San Pietro svetta solitaria, senza nemmeno un visitatore. A Lerici sono assidui i controlli della polizia municipale, che ha avuto mandato dal sindaco Leonardo Paoletti di trasmettere alla Procura notizie di reato riferite a eventuali autodichiarazioni false o di persone a passeggio.
AUTOCERTIFICAZIONE E TERMOSCANNER PER LA SICILIA - Autocertificazione alla stazione ferroviaria di Villa San Giovanni (Reggio Calabria) da consegnare agli agenti della polfer, per i passeggeri che arrivano con treni dal Nord Italia e Controlli con il termoscanner agli imbarcaderi di Messina, con obbligo di isolamento per eventuali casi sospetti. Sono le disposizioni in atto nelle due regioni per Controlli sull'arrivo di persone in Sicilia e Calabria. Maggiori Controlli sugli arrivi in treno dal Nord Italia erano stati disposti dal presidente della Regione Nello Musumeci anche con il supporto delle Guardie Forestali che sono corpo armato regionale, a Messina.
cronaca
Coronavirus, controlli in Liguria per fermare turisti ma fioccano le denunce a liguri 'disinvolti'
Tra i trasgressori del decreto anche chi gioca a palla in gruppo in piena notte
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