Le misure contro la diffusione del coronavirus hanno messo in difficoltà i francesi di confine abituati a fare rifornimento di sigarette in Italia, dove i prezzi sono molto più bassi che in Francia. Durante i controlli sugli spostamenti non autorizzati le forze dell'ordine hanno fermato oggi due automobilisti sul lungomare di Ventimiglia venuti in Italia per acquistare sigarette. Sono stati denunciati dalla polizia locale di Ventimiglia in base all'articolo 650 del codice penale, l'inosservanza di provvedimento dell'autorità.
I francesi, come gli italiani, possono spostarsi in Italia soltanto per giustificato motivo di salute, di lavoro o di necessità. I due fermati hanno detto agli agenti di essere venuti per comprare alcune "stecche" di sigarette in previsione delle restrizioni in Francia. E' scattata la segnalazione all'autorità giudiziaria. I poliziotti hanno fermato altre persone che hanno motivato i propri spostamenti dicendo di dover assistere gli anziani genitori. Le autocertificazioni saranno verificate.
Situazione al limite dell'assurdo anche dall'altra parte della regione. Porta fuori il cane per eludere le disposizioni di legge contro gli assembramenti e poter spacciare ma è stato 'pizzicato' dalla polizia municipale allertata da alcuni cittadini. E' successo nel quartiere Umbertino della Spezia. La segnalazione riguardava un gruppetto di tre ragazzi, uno dei quali con un cane. La Municipale è riuscita a fermare e identificare un ragazzo mentre altri due si sono dati alla fuga.
Il ragazzo è stato trovato in possesso di mezzo grammo di marijuana. La sostanza stupefacente è stata posta sotto sequestro amministrativo e il giovane segnalato alla Prefettura e denunciato per violazione all'art. 650 del Codice Penale non avendo fornito giustificazioni in ordine alla sua presenza all'esterno della propria abitazione in contrasto con le disposizioni di legge sull'emergenza sanitaria. Il fatto che avesse con sé un cane di piccola taglia non è stata ritenuta una giustificazione plausibile essendo palese che stava su strada per finalità diverse da quelle della passeggiata con il cane di proprietà.
"Vista la bella giornata e il poco senso civico riscontrato in alcuni soggetti, abbiamo intensificato i controlli ai varchi cittadini utilizzando anche le telecamere intelligenti a riconoscimento targhe". Così il comandante della Polizia Locale di Santa Margherita Ligure Luigi Penna cittadina tra le mete di villeggiatura più gettonate ma che al tempo di coronavirus deve restare off limits. "Nonostante i divieti - prosegue Penna - purtroppo fermiamo addirittura famiglie intere in giro come se niente fosse e provenienti da regioni italiane limitrofe". Da tempo tra Santa Margherita Ligure e Rapallo si è scatenata una vera e propria 'caccia' da parte di residenti che tengono d'occhio le seconde case e ne denunciano la riapertura soprattutto nel fine settimana. In molte località turistiche del levante ligure i 'lombardi' non sono ben accetti, al momento: di qualche giorno fa a Monterosso, prima che il decreto rendesse le spiagge delle Cinque terre completamente deserte, una residente ha preso a male parole una famigliola di Milano.
Poi c'è anche chi chiede il tampone a domicilio, soprattutto tra i turisti arrivati in barba alle norme anti contagio che vietano spostamenti senza i motivi indicati nel decreto 'IoRestoaCasa'. Sono cresciute negli ultimi giorni in Liguria le chiamate alla guardia medica da parte di turisti presenti nelle seconde case nonostante i divieti di spostamento imposti dal Governo. Chiedono controlli sulla salute e informazioni per il coronavirus. Molti chiedono anche di potere effettuare il tampone a domicilio.
In provincia di Imperia, le chiamate alla guardia medica sono aumentate del 50% nell'ultima settimana, e il 35% provengono da non residenti, turisti che risiedono nelle numerose seconde case della riviera secondo quanto emerge dai dati a disposizione dell'Asl 1 Imperiese. Si tratta per lo più di persone che chiedono informazioni per il timore di essere entrati in contatto con soggetti positivi o che richiedono controlli con il tampone.
"Alcuni mostrano sintomi influenzali", spiega un dottore. "Chiedono il tampone e dobbiamo spiegare loro che non possiamo fornirlo ma che devono rivolgersi alle strutture. Qualcuno capisce, qualcuno no e si arrabbia". Chiamate in crescita da parte di turisti anche nelle località turistiche del Golfo del Tigullio come Rapallo e Chiavari. Anche qui cresce la richiesta di tamponi a domicilio.
C'è poi il capitolo truffe a cui bisogna stare molto attenti. Diverse mascherine, ma anche guanti sanitari, un maglione e diverse magliette sono stati rubati all'interno della pubblica assistenza 'Ospedaletti Emergenza' di Ospedaletti, nell'imperiese. Sul caso indagano i carabinieri. Non è ancora chiara la dinamica del furto e come i ladri siano entrati nella sede. Si teme che la magliette e il maglione siano stati sottratti per commettere truffe. E' per questo motivo che i carabinieri ribadiscono, che se qualcuno dovesse telefonare o citofonare a casa, offrendo tamponi o presidi sanitari o altre prestazioni, bisogna subito avvertire le forze dell'ordine.
cronaca
Sigarette, pipì per spaccio, tampone a domicilio: le scuse assurde contro il decreto anti contagio
Tra indisciplina e menefreghismo nonostante il rischio per il coronavirus
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