
Scuffet torna al calcio e alla sua scelta di ripartire, dopo il precoce esordio nell'Udinese in A, dallio Spezia. “Sembra sempre che qualsiasi scelta faccia, la A turca o la B italiana, sia negativa, ma io ho trovato in questo tanto di positivo. La Turchia è stata un’esperienza formativa, un mondo diverso rispetto all’Italia, dove il calcio è più circoscritto all’evento partita. Spezia è stata la grande occasione, arrivata nel momento giusto del mercato, che era agli sgoccioli: stavo perdendo le speranze anche se sapevo di meritare una chance. Ma il portiere è di solito il primo calciatore che viene tesserato, non era semplice, anche perché a Udine stavo bene, ma mancava la sensazione del gruppo, era chiaro che non avrei trovato spazio. Qua hanno avuto la voglia e il coraggio di puntare su di me”.
Come passa le giornate il portiere costretto all'inattività? "Sono settimane particolari, ma bisogna farci forza e andare avanti, anche perché non ci viene chiesto nient’altro che di stare in casa mentre molte altre persone stanno dando tutto, a volte purtroppo anche la vita, per aiutarci: penso a tutti i dottori, infermieri, forze dell’ordine ma anche a tutte le persone che continuano a lavorare per esempio nei supermercati per non farci mai mancare il piatto a tavola. Io in casa di solito alla mattina faccio una sessione di allenamento insieme ai miei colleghi portieri e i nostri preparatori, poi pranzo e il pomeriggio lo divido tra televisione, PlayStation e dei passatempi che cerco di trovare con la mia fidanzata: stiamo facendo dei puzzle”.
Infine, un accenno al taglio degli stipendi: "E' un argomento di cui sento molto parlare, ma penso che ora come ora ci siano cose più importanti da decidere".
IL COMMENTO
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