
"Noi stiamo affrontando questo virus con le armi che abbiamo a disposizione che purtroppo non sono state approvate e studiate per questo virus - spiega ancora Bassetti -. Usiamo farmaci per Hiv, per la malaria, usiamo l'idrossiclorochina, usiamo antibiotici. Usiamo il cortisone. Poi usiamo i farmaci sperimentali come il Remdesivir che ci auguriamo da oggi o domani di poter utilizzare nuovamente dopo che è arrivata l'autorizzazione dell'Aifa e dello Spallanzani di Roma. E poi oggi o nei prossimi giorni speriamo di poter usare il Favipiravir, il famoso farmaco giapponese".
I dati in Liguria parlano di oltre 370 vittime e più di 2640 positivi in tutta la regione. Ma Bassetti analizza i dati nel dettaglio: "Dobbiamo guardare i numeri in modo separato, uno è quello dei contagiati e uno quello degli ospedalizzati. Quello dei contagiati è un contenitore che riguarda tante situazioni diversi, è influenzato dal numero di persone a cui viene effettuato il tampone. Il secondo dato è quello dei ricoverati. Negli ultimi giorni un po' in tutta la regione c'è stata una stabilizzazione dei ricoveri, prima è iniziata a Ponente e poi anche a Genova".
Il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova guarda in prospettiva cosa potrebbe succedere: "Le prossime ore ci possono dare un barlume di speranza. Questa settimana sarà determinante soprattutto se i numeri si manterranno su una zona di plateu con ricoveri costanti, poi si spera che dalla prossima settima inizia a scendere il numero di ricoveri. Credo che l'emergenza Convid a livello ligure a oggi sia stata ben gestita. Vero, tanti decessi ma poi bisogna analizzarli quei numeri, vedere l'eta e le altre patologie".
In questa fase dell'emergenza sono tante anche le persone che affrontano il virus a casa e non necessitano di cure ospedaliere. "Abbiamo fatto un protocollo con Alisa e Regione Liguria lo vorranno portare non solo a Genova ma anche nelle altre province. Prevede la possibilità di usare alcuni farmaci che stiamo usando in ospedale anche a casa ovviamente in modalità diverse - precisa Bassetti -. Il secondo punto è quello di un collegamento costante tra i medici di base e gli infettivologi del San Martino per quattro ore al giorno in modo da poterci chiedere aspetti specifici legati alla gestione del Coronavirus".
IL COMMENTO
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