Vivono insieme, si sono ammalati insieme e adesso stanno guarendo, insieme. Perché, dicono come un hashtag, solo insieme si sconfigge il coronavirus. Claudio e Anna trascorrono la convalescenza insieme sulla nave ospedale Gnv Splendid ormeggiata in porto a GEnova. La paura per se stessi è passata, adesso comincia la paura per gli altri, "per il mondo che sta fuori, perché questa malattia ti prende all'improvviso".
Claudio è avvocato, Anna lavora in una azienda. Sono entrambi ultra sessantenni. Non si sarebbero mai immaginati quello che e' successo. "Tutto è iniziato il 9 marzo, quando ci siamo presi quella che sembrava un'influenza. Prima mia moglie, subito dopo io. Ci siamo chiusi in casa fino al 15 marzo. Poi le nostre condizioni sono peggiorate all' improvviso: un giorno Anna alle 15 aveva la febbre alta e alle 19 e non rispondeva più. Ho avuto paura perché il peggioramento è stato subitaneo, improvviso", racconta Claudio.
Entrambi sono finiti al pronto soccorso dell'ospedale Galliera. "Ci hanno fatto la tac. Io avevo la polmonite, Anna aveva la polmonite bilaterale, la più pericolosa. Ci hanno fatto il tampone, eravamo entrambi positivi al Covid-19", prosegue Claudio. Lui è stato portato al quarto piano del Galliera, Anna al terzo piano: "Così ci hanno separati, ma per fortuna ci sono i telefonini". Claudio si è guardato intorno: c'era gente che stava male, gente che moriva. "No, non mi sono mai sentito solo perché attorno a me avevo tanta professionalità e tantissima umanità. Guardavo quei medici, quegli infermieri e mi sono sentito tanto orgoglioso di essere ligure, di essere italiano". Poi la malattia ha fatto il suon corso.
Adesso Anna e Claudio sono di nuovo insieme, sulla nave-ospedale dove dovranno trascorrere la convalescenza. "Ancora non ci rendiamo conto di come abbiamo contratto il virus. Sul bus? In un negozio? Non abbiamo idea. E' questo che fa paura. Siamo stati male insieme per una cosa sconosciuta per la quale si poteva morire, siamo stati male all'improvviso, perché questa malattia ti prende alle spalle". E poi "cambia il rapporto con la vita. Domani la nostra vita sarà diversa, tutto ciò che era scontato non lo sarà più", sottolinea Claudio.
Sulla nave, i coniugi possono stare nella stessa cabina "perché il ceppo del virus è lo stesso per me e per lei". E la vita è scandita "dalle telefonate dei medici, dalle visite degli infermieri, gente straordinaria". E dal mare "visto che ci fanno andare sul ponte a respirare l'aria di mare". Il progetto di questa nave-ospedale "è una cosa incredibile. Si vede che è stato fatto e pensato con amore. Anche per questo dico che sono orgoglioso di essere ligure e di essere un italiano". E adesso che la grande paura è passata "pensiamo al mondo la' fuori. Cosa mi sento di dire? State attenti perché questo virus ci prende all'improvviso e quando arriva, credetemi, fa male", conclude Claudio.
cronaca
Coronavirus, marito e moglie malati insieme: ora guariscono sulla nave ospedale
La storia di due coniugi sessantenni di Genova
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