
Gazzoni era allineato sulle posizioni dell'allora giovanissimo Enrico Mantovani e nel 1997 il presidente del Bologna lanciò la candidatura del 35enne presidente della Sampdoria ai vertici della Lega Nazionale Professionisti, che allora riuniva le società di A e B. Gazzoni era riuscito a persuadere Matarrese, vicepresidente di Fifa e Uefa, a puntare su Mantovani, coagulando un pacchetto di 29 voti. Ma all'ultimo minuto le manovre sotterranee fecero saltare la candidatura Mantovani, venne eletto Franco Carraro e nel giro di due anni la Sampdoria venne "punita" con la sequenza di arbitraggi incresciosi che l'avrebbero spedita in B. L'alibi - preso per buono anche da molti sampdoriani - fu l'assunzione di Platt senza patentino, mossa che in irritualità sarebbe stata di lì a poco sorpassata, con il cambio in corsa delle regole vigenti per permettere alla Fiorentina di assumere come allenatore Mancini, che aveva cominciato la stagione da vice di Eriksson alla Lazio e poi era andato a giocare un paio di mesi in Premier League nel Leicester. Nel giro di poco tempo la famiglia Mantovani uscì dalla Sampdoria, cedendola nel 2002 ai Garrone-Mondini.
IL COMMENTO
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