Calcio e Coronavirus, Spadafora: "Lavoriamo per ripartire, ma non è detto che ce la faremo"
Il ministro reagisce seccamente a chi parla di "complotto contro la serie A" e si allinea a Conte
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Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, bersagliato insieme con il premier Giuseppe Conte dagli strali di molti esponenti del mondo del calcio, insoddisfatti per quel che viene ritenuto "indecisionismo" governativo, parte al contrattacco. "La riapertura deve essere graduale. I sondaggi vorrebbero che il calcio si fermasse qui. Io non sono una persona che si fa condizionare dai sondaggi, non decido sulla linea del sentimento comune. Sarebbe molto più facile dire di chiudere subito il campionato e la comunità scientifica sarebbe d’accordo. Portare avanti il mondo del calcio è una cosa importantissima per il nostro Paese, ma lo dobbiamo fare in sicurezza. Ricordate quando la Lega Serie A non si è fermata? Quante squadre sono andate in quarantena? La FIGC ha presentato un protocollo ed è stato preso in considerazione".
"Oggi siamo a fine aprile, non siamo in grado di sapere quale sarà l’evoluzione del virus, come verranno rispettate le regole, perciò non possiamo sapere quando il campionato riprenderà. Lo sapremo più avanti, quando avremo i dati dell’attuazione del protocollo. Il protocollo ha dei costi elevati, come fa la Serie B? Non è vero che non c’è una piena coerenza con le parole del presidente Conte e le mie. Sono ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A ed è ridicolo chi dice questa cosa. Lavoriamo per riprendere gli allenamenti dal 18 maggio, ma ciò non vuol dire - conclude Spadafora - che ripartiranno i campionati".
IL COMMENTO
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