Luigi Di Maio vuole diventare padre, anche se in questo momento avrebbe "pochissimo tempo da dedicare alla famiglia". Il ministro degli Esteri lo ha detto in una intervista a Maurizio Costanzo che Primocanale ha trasmesso in esclusiva in Liguria e che va in onda solo sulle principali tv regionali (Antenna 3, Tele Norba, Videolina, Umbria tv, Canale 21, Telelombardia, Videogruppo Piemonte, Rete 8, Tv Centro Marche, Rtv 38). "Diventare padre? Beh in questa fase della mia vita diventare padre significherebbe avere pochissimo tempo da dedicare alla famiglia, ma è un desiderio che ho e che spero di realizzare anche nel mio futuro dopo questa esperienza. Servire il paese da ministro o da parlamentare con lo spirito gusto è una delle più belle esperienze che si possono provare".
Quando da bambino le chiedevano cosa voleva fare da grande, cosa rispondeva?
“La cosa che rispondevo sempre era il poliziotto. Mi affascinava l’idea di questi uomini in divisa, avevo uno zio che faceva parte della polizia stradale. Mi affascinava l’idea di poter fare rispettare la legge. Tuttora devo dire che quando vedo un uomo o una donna in divisa vedo una persona che non solo merita rispetto, ma grazie a loro noi stiamo garantendo lo sviluppo sociale ed economico. Ed è un sentimento che provo da quando ero piccolo, una ammirazione per le nostre forze dell’ordine”.
Ha mai pensato di farlo veramente?
“La mia vita ha preso un’altra strada, però ha sempre a che fare con la legge e con leggi. Solo che le realizziamo”.
Che ricordo ha dei suoi nonni?
“Li ho persi che ero molto piccolo, ma ho passato gran parte della mia infanzia con i miei nonni materni. I miei genitori lavoravano tutto il giorno e quindi mi lasciavano da loro. Dei miei nonni ho tanti ricordi. Mio nonno mi ha insegnato tante cose, anche della vita reale, della vita concreta. In questo momento storico di grande difficoltà per le persone meno giovani, per gli anziani, il mio pensiero va a tutte quelle famiglie che hanno perso i loro cari anziani. Siamo in un momento della storia in cui si dice con troppa facilità di un morto di coronavirus che ‘tanto aveva 80 anni’. Si tratta di persone, non è che se hanno più anni allora la vita vale di meno”.
Poi c’è anche lo scandalo delle Rsa, non è ammissibile che io affidi un mio parente a strutture in cui poi succede quello per cui la magistratura sta indagando al Pio Albergo Trivulzio di Milano. Lei è giovane, forse non ricorderà che si tratta del posto in cui scattò lo scandalo di ‘Mani pulite’ con l’arresto del gestore di allora. Quelle stanze si portano dietro ‘il malaffare’.
“In questa grande crisi sanitaria stanno emergendo anche le contraddizioni della nostra società. Noi dovremmo tutelare come l’oro i nostri anziani ma non li tuteliamo. Però dobbiamo trarne insegnamento e quindi serve un piano per tutto quello che riguarda l’assistenza agli anziani. Si sta parlando di piano infanzia per i bambini ed è giustissimo, ma il piano per gli anziani è fondamentale. Un Paese poi che ha un’età media molto alta, quindi sono una risorsa fondamentale”.
Sono i nonni materni che le hanno insegnato i valori della vita…
“Nonno Giuseppe e nonna Gaetana li ho persi a 10 anni, ma ho ricordi di persone che avevano passato una vita a crescere i figli e poi si sono dedicati ai nipoti. Eravamo io e mia sorella che avevamo un anno di differenza. Si tratta di famiglie che dopo aver fatto il loro dovere di genitori aiutano i figli e spesso rappresentano l’unica alternativa per gestire gli impegni tra lavoro e famiglia”.
E’ passato da poco il 25 aprile, come ha trascorso la giornata?
“Ero all’aeroporto di Fiumicino ad accogliere mascherine e ventilatori che arrivavano dalla Serbia che ci ha mandato in quel giorno 4 milioni di mascherine. E’ stato uno tra i 40 Paesi di tutto il mondo che hanno mandato aiuti all’Italia. Credo che a volte ci sottovalutiamo come Paese. Abbiamo aiutato tanti popoli intorno al mondo che ora stanno restituendo quella solidarietà. Poi l’altra parte della giornata l’ho passata con la mia fidanzata a casa com’è normale che fosse perché dobbiamo stare a casa il più possibile in questa fase”.
A proposito di mascherine, purtroppo ci facciamo conoscere anche per truffe e raggiri. L’italia non merita questo, addirittura personaggi noti travolti da sequestri…
“Ovviamente in questo momento il più grande business mondiale riguarda le mascherine. E quando c’è un grande flusso di denaro c’è sempre qualcuno che si infila. Però posso dire anche che in questa crisi centinaia di imprese italiane, dai sarti agli artigiani, hanno cucito e regalato mascherine ai loro concittadini”.
L’immagine dell’Italia come la avverte a livello internazionale?
“Noi abbiamo un primo grande credito col mondo che arriva dal Made in Italy. Le nostre aziende, i nostri artigiani, producono cose che arrivano nelle case di tutti i cittadini del mondo e ovunque si vada c’è una parte di comunità che desidera il Made in Italy. Anche per quella parte della società che a volte non se lo può permettere, perché molto spesso è un prodotto di lusso, di nicchia, con un valore enorme. C’è stato un momento in cui l’Italia sembrava l’appestato dell’Occidente, quando è iniziata la crisi del Coronavirus. Ma dopo qualche settimana i ministri degli Esteri degli altri Paesi venivano da me a chiedere come abbiamo fatto e hanno cominciato ad applicare le nostre regole”.
Festa del Primo maggio, se fosse su un palco cosa direbbe ai lavoratori…
“Un ringraziamento prima di tutto va ai lavoratori che non si sono mai fermati. Dai lavoratori degli alimentari, il cassiere o la cassiera del supermercato, fino ai medici e con loro tutte le forze dell’ordine passando anche per gli autotrasportatori. Prima di tutto grazie a loro. Poi, andiamo incontro a una crisi economica globale. Questa pandemia ha bloccato tutta l’economia e voglio dire ai lavoratori che metteremo tutte le forze in campo per difendere il loro lavoro. E poi voglio anche salutare anche tutti coloro che cercano un lavoro e non ce l’hanno, soprattutto i più giovani. Loro sono la nostra grande forza e dobbiamo fare in modo che anche in questo momento di crisi siano la risorsa da cui attingere e non la risorsa da perdere facendoli emigrare”.
Franceschini in questo momento è il ministro di riferimento per il mondo dello spettacolo che è composto da una serie di professionalità che stanno dietro le quinte, tanti lavoratori che in questo momento sono fermi. Sono famiglie che vanno aiutate e del mondo dello spettacolo non se ne occupa mai nessuno perché inteso come frivolezza. Invece ci sono famiglie che non mangiano. Faccia presente che si devono aiutare anche loro. Detto questo, che estate sarà?
“Spero di poter lavorare con l’intero governo per garantire a tutti gli italiani una estate il più normale possibile. Non ci sarà più la normalità che abbiamo conosciuto fino a qualche mese fa, almeno finché non avremo trovato il vaccino contro il coronavirus. Le misure restrittive di adesso ci servono per garantire una estate serena agli italiani. Se sbagliamo adesso finisce come in alcuni Paesi europei in cui stanno tornando a chiudere e quindi l’estate poi che la facciamo chiusi in casa. Questo non deve succedere”.
Quando è impegnato con gli appuntamenti all’estero, dell’Italia cosa le chiedono?
“Ciò che mi chiedono principalmente è quando possono venire a farmi visita perché vogliono venire in Italia. Il nostro Paese è bellissimo e c’è una grande opportunità per venire qui. L’altro punto importante sull’Italia invece è che tutti ci riconoscono una grande capacità industriale. In molti ci chiedono di metterla a sistema per fare progredire i vari consessi tipo G20, G7 e Unione Europea”.
Le chiedono di Conte?
“Il presidente Conte è stimato veramente da tutti i capi di Stato e di governo con cui ha lavorato in questi anni. Ciò che mi chiedono è della stabilità del governo, visto che storicamente ne abbiamo cambiati troppi. Però quando con capi di Stato o ministri degli Esteri parliamo dell’Italia, si concentrano sull’aiuto che può dare il nostro Paese a tutta la comunità internazionale portandosi con sé un bagaglio di conoscenze, esperienze e amicizie in tutto il mondo”.
Parliamo del Movimento 5 Stelle, oggi com’è esattamente?
“E’ un movimento che sta affrontando l’esperienza del governo per la prima volta nella sua storia. E’ un movimento forte che allo stesso tempo deve trovare la bussola dell’esperienza di governo. E’ molto importante questo, deve realizzare che stare al governo prevede delle responsabilità diverse da quando stavamo all’opposizione. Non è una critica, la mia massima stima agli attuali vertici che stanno affrontando l’azione del movimento. Semplicemente penso che dobbiamo realizzare che se vogliamo cambiare questo Paese quando stavi all’opposizione i risultati arrivavano subito, adesso che stai al governo determinati risultati ci vogliono anni per vederli. Stare al governo vuol dire che oggi pianifichi e tra 2 o 3 anni vedi i risultati. E questo lo dobbiamo realizzare di più”.
Avverto però alcune inquietudini al suo interno, perché qualcuno viene espulso…
“Credo che quando guardiamo al M5s dobbiamo sempre essere coscienti del fatto che avrà sempre anime diverse. Però la loro coesistenza deve essere una forza per il movimento, non lo deve danneggiare. Ci sono delle persone che vanno via anche perché abbiamo delle regole molto rigide. Ci sono regole restrittive, non è che puoi fare politica all’infinito. Questo porta qualcuno ad andare altrove”.
Personalmente mi manca un po’ Beppe Grillo…
“A tutti noi, soprattutto a noi che lo conosciamo, ci manca perché comunque è una persona che ha una grande forza d’animo e una grande visione. Quando lo sento sta parlando di cose che succedono tra 20 anni, e che puntualmente accadono”.
Con chi o con chi altro farebbe il governo?
“L’ambizione mia e l’ambizione anche del M5s è quella un giorno di riuscire a governare da soli. Ci vorrà tempo, lo decideranno gli italiani. Noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando a governi di coalizione perché la legge elettorale prevede questo. Ma spero che un giorno ci possa essere anche una esperienza autonoma del M5s perché sono sicuro che questo darà un altro contributo al Paese. Sono stato criticato come ministro del Lavoro per aver firmato la legge sul reddito di cittadinanza, però grazie a quella legge abbiamo 3,5 milioni di persone che possono mettere qualcosa a tavola in questi giorni. Credo che ci sia sempre un momento in cui se hai fatto le cose con buona fede la storia ti dà ragione. E il M5s puo ambire ancora a governare da solo in futuro".
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