
Un gesto simbolico, una protesta silenziosa, composta, non violenta che Valeria ha deciso di mettere in scena per dar voce ai suoi “ragazzi” che, oltre ad essere ancora in attesa della cassa integrazione, sono consapevoli del rischio che stanno correndo. “Se dovessi riaprire con obbligo di plexiglass e due metri di distanza sarò costretta a lasciare a casa quattro persone, da 90 posti la trattoria passerebbe a 30”, è questa la dura sentenza di Valeria che chiede alle istituzioni di appellarsi al senso civico dei cittadini, ai quale di rimando chiede altresì il rispetto delle regole igieniche per far ripartire bar e ristoranti.
“La mia richiesta è di educare le persone ad avere molta più igiene, questo è essenziale, le persone dovrebbero avere più igiene quando entrano nei ristoranti, lavarsi le mani, sarebbe una tutela per loro e anche per noi che ci lavoriamo”, spiega Valeria. Due metri di distanza tra un tavolo e l’altro, plexiglass per dividere le persone, potrebbero essere queste le future soluzioni per far ripartire il mondo della ristorazione. Ma dall’altra parte del bancone cosa ne pensano? “Io credo che questa non sia la strada da intraprendere, certamente le persone non saranno invogliate a venire da noi, vivranno ancora di più con la paura”, esterna le sue preoccupazioni Valeria Iannizzi.
“Noi usiamo guanti, mascherine, gel, sanifichiamo il locale, da noi la pulizia è al centro del nostro modo di lavorare”, prosegue Valeria, che manda un messaggio dalla sua trattoria chiusa, aperta solo per il take away. “Bisogna stare attenti, bisogna igienizzarsi e soprattutto non bisogna avere paura, solo così ripartiremo”. E a proposito di take away, secondo la ristoratrice non può essere la soluzione: “Da lunedì (4 maggio ndr) ne avremo fatti una decina, non è un numero accettabile, non ci permette di sopravvivere”.
Alle parole di Valeria fanno eco quelle di Stefania Angusti, addetta alla sala, che ci ricorda la sua condizione e quella dei suoi colleghi: “Ognuno di noi è senza stipendio da metà marzo, nessuno ha ancora percepito la cassa integrazione e tutti noi abbiamo dei figli piccoli da mantenere, qui siamo una grande famiglia e per questo non possiamo stare tranquilli”. Una preoccupazione condivisa quella che si respira nella trattoria di Valeria, e che ci ricorda come spesso si possa essere dalla stessa parte.
IL COMMENTO
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