cronaca

L'intervento della Camera di Commercio di Genova
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La Liguria prova a ripartire e anche da questo territorio c'è la forte consapevolezza del ruolo che le Regioni nel loro complesso hanno recitato per arrivare a questo risultato già in questo lunedì 18 maggio.

Ne è convinta anche la Camera di Commercio di Genova che con il suo segretario generale, Maurizio Caviglia, fa parte della task force per la ripartenza.

"Mercoledì non avevo nessuna idea di come sarebbe potuta finire questa situazione - racconta Caviglia a Primocanale - Fino a venerdì la certezza di dare alle regioni la giusta programmazione non c'era. Il quadro normativo era confuso".

Poi le Regioni nel loro complesso hanno fatto quadrato andando oltre i vari schieramenti politici.

"Noi dobbiamo considerare che la grande rivoluzione che le regioni hanno fatto - continua il segretario della Camera di Commercio di Genova - è stata proprio quella di riuscire a trovare tra loro in modo pragmatico per risolvere il problema dal basso. Le regioni sentiti i Comuni e le associazioni hanno dato una grande risposta. Io credo di aver preso molto materiale tecnico ottimo dalla Regione Emilia Romagna. E' stato ininfluente chi ha fatto il lavoro quello che contava era il risultato e così è stato".

Uno dei passaggi più delicati prima di arrivare alla giornata di oggi è stato senza dubbio quello della disciplina per bar e ristoranti.

"La normativa su bar e ristoranti è stato il vero nodo - ha sottolineato Caviglia - E poi il facciamolo su tutto da parte delle Regioni. Vi garantisco che questo 'facciamolo su tutto' ha lasciato delle lacune dovremmo cambiare molte cose. Però credetemi il risultato è molto più importante rispetto al singolo argomento trattato. Ci indica una strada nuova su come le Regioni potranno lavorare tra di loro".

Si parla dunque di ripartenza ma non tutti riapriranno o almeno non tutti lo faranno oggi. Il quadro in provincia di Genova è quanto mai variegato.

"Facciamo conto che ci sono un terzo di attività che stanno subendo una crisi profonda - stima Caviglia - e che stanno ricalcolando quelle che sono le condizioni di riapertura. Vi faccio un esempio: un ristorante con 32 coperti si trova ad averne 9. Poi c'è un terzo che sta cercando un punto di equilibrio e un terzo che a prescindere ha di fatto ha già aperto".

La ripartenza di queste ore è solo l'inizio di un percorso nel quale le istituzioni devono accompagnare il mondo produttivo.

"Si comincerà già facendo una serie di analisi rispetto ai provvedimenti delle altre regioni - ricorda il segretario - L'Emilia Romagna ha fatto cose che si possono replicare in Liguria. Esempio: E' giusto dire che si vieta il buffet ma se il buffet non è self service ma con un cameriere non riusciamo a comprendere perché questo sia vietato. Nelle linee guida nazionali ricordo che gli ombrelloni dovevano ricoprire una siperficie di 22 metri quadrati e mezzo una sorta di monolocale al mare. La Liguria proponeva 9 metri quadrati, alla fine si è arrivati ad almeno 10 metri quadrati, una misura su cui si può ragionare".

Il messaggio è che, soprattutto in questi giorni, serva grande collaborazione e comprensione tra gli enti in campo.

"Noi abbiamo già avuto grazie al Prefetto una riunione di coordinamento con tutte le Asl - spiega Caviglia - E in queste riunioni c'è stata una grandissima collaborazione nell'andare a trovare soluzioni che possano fare assistenza alle imprese. In questa fase dobbiamo dare un sostegno alle aziende affinché si mettano in regola. Abbiamo ottenuto anche dalla Regione l'organizzazione di un osservatorio che consenta alle attività di proseguire".

Dalla Camera di Commercio di Genova infine una riflessione su quel decreto rilancio da 55 miliardi di euro approvato dal Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso ma ancora senza la firma del Capo dello Stato per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

"Noi abbiamo la necessità assoluta che quanto è disposto nel decreto si trasformi in tempi rapidissimi in benefici alle imprese - dichiara perentoriamente Caviglia - La chiusura delle imprese e le posizioni del mondo delle banche rispetto al credito sono un problema enorme. Non abbiamo ancora la certezza di come le operazioni verranno svolte. Noi lavoriamo con tutte le associazioni di categoria. Anche il lavoro che stiamo facendo è perché raccogliamo tutte le loro esperienze e le loro necessità. Nell'ultima riunione con il presidente Toti le necessità erano diverse. Tutte le associazioni di categoria hanno lasciato indietro le loro problematiche per fare in modo che andassero avanti quelle dei settori maggiormente in difficoltà. Non era affatto scontato e dimostra una grande disponibilità delle associzioni. Le autorità devono ascoltare il grido di dolore delle associazioni. I costi in questi tre mesi di chiusura sono andati avanti e le imprese non possono sostenerli".