
L'ultimo giorno di lavoro come direttore del dipartimento di emergenza e urgenza è stato ieri, venerdì 11 aprile: Paolo Cremonesi l'ha passato in pronto soccorso fino a sera nel "suo" Galliera a Carignano. Così come ha fatto quasi ogni giorno dal gennaio 2002.
Trentacinque anni di carriera dall'elisoccorso al dipartimento di emergenza
Ventitre anni al Galliera, e prima più di dieci - erano i primi anni Novanta - a dirigere i pronto soccorso del ponente, che allora erano Voltri, Sestri Ponente e la Colletta di Arenzano. In quegli anni si aggiunge la nascita del servizio regionale di elisoccorso, l'arrivo della prima automedica pubblica a Voltri (era il 94) e poi l'impegno con i colleghi per la nascita del 118. A questo si sommano le consulenze, dalla Marina Militare, all'Humanitas di Milano dove ha contribuito alla nascita del Trauma Center di Milano Sud, la collaborazione con l'Umberto I di Roma, gli anni di elisoccorso dal 1996 al 2023 dove veniva appellato come il "medico volante". Trentacinque anni di carriera totali, festeggiati ieri in reparto con i suoi infermieri, medici, Oss, e la dottoressa Daniela Pierluigi che da oggi lo sostituisce alla guida del pronto soccorso.
Passa il testimone ma resta in ospedale
Paolo Cremonesi in verità resterà all'interno del Galliera e questa mattina, raggiunto telefonicamente da Primocanale, in effetti era già al lavoro nella sua nuova veste: una consulenza ad ampio raggio triennale. "Passo il testimone come primario alla dottoressa Pierluigi ma resto in ospedale a seguire i flussi, i percorsi, l'organizzazione del personale con un mandato ad ampio respiro", racconta. Alla domanda su cosa lascia in questo pronto soccorso, il dottor Cremonesi spiega come quello del Galliera sia "L'unico della Liguria e tra i pochi in Italia con organico pieno: non siamo in carenza di medici, abbiamo messo su molte innovazioni negli anni tra cui l'ambulatorio sei giorni su sette con psicologi sul posto per il contrasto alla violenza di genere e più recentemente l'ambulatorio in pronto soccorso a totale gestione infermierisitica. Infine la ristrutturazione della terza ala del reparto che finirà a maggio".
I momenti più duri: il G8, la Haven, il Covid
I ricordi di questi 35 anni sono tanti, ma quelli dei momenti più duri spiccano più di altri: "Il più duro fuori dall'ospedale è stato il G8 con tutta la Diaz dove sono stato il solo medico a lavorare tutta la notte all'interno della scuola, poi la Snam di Portovenere (2 ottobre 1996, un incendio divampò sulla nave gasiera durante una prova a mare al largo di Genova, morirono in totale 8 persone, ndr), il Dornier finito in mare in aeroporto a Genova (era il 1999, quattro le vittime), l'alluvione del 1993, il disastro della Haven, e poi tanti altri casi forse meno famosi ma con un grosso carico empatico e umano. Per la parte ospedaliera, il covid è stato il momento più drammatico: il pronto soccorso era la prima vera frontiera tra territorio e ospedale, è stato un anno e mezzo impegnativo per tutti".
Il paradosso del pronto soccorso
Cremonesi era già sicuro da bambino che avrebbe fatto il medico: "Sì, volevo fare questo nella vita e da sempre, il medico. Piano piano mi sono appassionato del settore emergenza urgenza, che purtroppo ora appassiona sempre meno per via della vita impegnativa, dei turni giorno e notte, delle difficoltà dovute ad aggressioni e denunce, e anche economicamente si prende meno e si lavora di più". "Il che è un paradosso - continua Cremonesi - sapendo che il pronto soccorso è il reparto più richiesto e frequentato dai liguri e dagli italiani, ma che è anche quello che attira meno i futuri medici. E' indispensabile una inversione di rotta".
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