Sanità

Il primario del reparto d'emergenza del Galliera: "Qui solo svantaggi e rischi, intervenga la Regione, solo così potremo accorciare le attese dei pazienti"
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di Michele Varì

GENOVA -"I medici che vogliono dedicarsi al pronto soccorso in Italia sono sempre meno, quindi se in Italia e nella nostra realtà ligure e genovese ci sono meno medici che fanno attività di pronto soccorso è inevitabile che i tempi d'attesa si allungano".

Esordisce così Paolo Cremonesi, primario del pronto soccorso dell'ospedale Galliera, quando gli si chiede come mai in tutti i pronto soccorso di Genova e della Liguria i pazienti sono costretti a code di ore e ore, spesso anche senza ricevere cibo: "Speriamo che con assoluta urgenza la nostra Regione, come hanno fatto anche altre regioni, ponga dei correttivi alla fuga dei medici del pronto soccorso altrimenti saranno problemi molto serie molto importanti per tutta la popolazione" sottolinea Cremonesi.

Ma perché i medici fuggono dai pronto soccorso?



"Si fugge dal pronto soccorso perché il lavoro è molto intenso, sei o sette notti al mese, weekend di lavoro, un front office difficile con aggressioni verbali o fisiche nei confronti dei medici e poi si guadagna meno che lavorare nelle parti dove la vita è sicuramente più tranquilla, più programmabile. Quindi oltre a lavorare di più con turni più disagevoli c'è anche un minor guadagno".

L'appello alla regione Liguria parte da qui: "E' indispensabile correggere questi aspetti se si vuole mantenere aperti i pronto soccorso".

A Genova se si parla di pronto soccorso e di interventi d'emergenza si parla anche di Paolo Cremonesi: ma come mai lei è rimasto per tanti anni fa a dirigere un pronto soccorso se ci sono così tanti problemi e disagi?

"Beh, io sono un appassionato dell'urgenza e dell'emergenza - risponde Cremonesi illuminandosi con un sorriso spontaneo - quindi io, come tanti altri, siamo appassionati e mai lasceremo il nostro lavoro".

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