“Speriamo che il quartiere sia coinvolto effettivamente nel progetto del sottoponte per portare a una vera riqualificazione”. Così Enzo Greco presidente del Civ ViviCertosa sul progetto che dovrebbe ridisegnare tutta la zona sotto il nuovo viadotto di Genova la cui inaugurazione è attesa entro la fine di luglio.
Dal 28 aprile giorno dell’ultimo varo del ponte qualcosa è cambiato e si avverte in tutto il quartiere il desiderio sempre più forte della fine dei lavori.
“C’è speranza, vedere il ponte su è un sollievo – racconta Greco - perché significa che si sta avvicinando sempre di più il ritorno alla normalità; per quanto adesso la viabilità sia ripristinata e quindi bene o male siamo ritornati quelli di una volta il vedere completato questo ponte è qualcosa che stiamo attendendo con ansia”.
Con l’inaugurazione dovrebbero poi partire i lavori per il sottoponte firmato dall’architetto Stefano Boeri. Un altro passaggio che non solo Certosa ma tutte le zone intorno da Sampierdarena al Campasso attendono con ansia ma anche con apprensione.
“Il sottoponte è un passaggio importante – spiega il presidente del Civ ViviCertosa – perché per quanto sia una zona cuscinetto tra Certosa e Sampierdarena quindi un po' una posizione ibrida rispetto ai due quartieri si spera che possa coinvolgere il più possibile Certosa andando a riqualificare anche il quartiere stesso; speriamo che quello che verrà di fatto realizzato possa essere veramente un beneficio in termini di visibilità e anche magari in la possibilità di attirare turisti anche nel quartiere”.
I commercianti della zona che erano ‘sopravvissuti’ al crollo del Morandi si trovano ora ad affrontare le difficoltà post lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19.
“È un dramma dopo il dramma – racconta sospirando Greco - il crollo del ponte aveva già messo a dura prova il commercio locale che in qualche modo era riuscito a reggere chi più chi meno, qualcuno aveva chiuso e per chi era riuscito a tenere aperto il 2020 significava rivedere la luce in fondo al tunnel con gli spiragli di una possibile crescita ma poi si è fermato tutto. Questa situazione ha smorzato gli animi e ha compromesso il cammino di qualche attività visti anche gli aiuti dello Stato che per adesso sono stati sicuramente insufficienti e non adatti alla situazione di emergenza e in molti sono ‘vittime’ di quelle che sono le misure per la riapertura”.
Per tutti poi c’è l’aspettativa di poter ricominciare a lavorare, vivere e guadagnare ma – conclude il presidente del Civ – c’è l’incognita per ognuno di noi di come si riuscirà a gestire questa nuova fase sperando che l'apertura posso portare effettivamente il ritorno alla normalità ma oggi come oggi sembra utopia”.
cronaca
Sottoponte, l'appello del Civ di Certosa: "Vogliamo far parte integrante del progetto"
Per emergenza coronavirus aiuti dello Stato giudicati "insufficienti e non adatti"
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