A settembre sembrava inizialmente che l’esame dovesse essere replicato con le famose buste. Quando si sono accorti che era una "belinata", però, hanno deciso di rimuoverle. Poco dopo hanno deciso di reinserire una specie di tesina: "però non diamogli il nome di tesina, chiamiamola presentazione orale (solo per confondere i maturandi, non per altro)". Da dicembre sino a marzo la questione esame di Stato è rimasta un enorme punto interrogativo.
Da marzo in poi a causa del Coronavirus sono state fatte diverse rivoluzioni: "basta, eliminiamo la prima prova, eliminiamo pure la seconda! Cambiamo tutti i punteggi, l'orale varrà 40 punti con un massimo di base di 60 crediti". Ma quando tutto sembrava perduto, arriva per i maturandi una buona notizia: "la commissione sarà composta solamente da membri interni". Questo fino ad aprile. Iniziano poi a girare le prime voci: la struttura di questo esame è troppo semplice, deve essere annullato. Fiato sospeso. Ansia incombe sui maturandi. Tutti gli studenti che ci sperano ma… no l’esame deve essere fatto! Ci rassegnamo.
Soltanto a maggio iniziano ad arrivare le prime notizie un po' più concrete: sarà un maxi-orale di 60 minuti, dove si partirà dall’alternanza scuola-lavoro facendo un collegamento generale di tutte le materie, insomma una ladrata d’esame. Festeggiamo tutti quanti. Illusi, ancora non sapevamo che la maturità 2020 sarebbe stata nuovamente cambiata, per l'ennesima volta. "Le prove scritte, che sono state annullate, dovranno essere sostenute all’orale così come le buste".
Ad un mese dall’esame non si conoscono ancora le modalità, ma l’ipotesi della struttura più probabile è questa:
- 1^ parte: Elaborato concernente alle discipline d’indirizzo (nemmeno l‘ideatore di ciò sa cosa significhi).
- 2^ parte: Proprio qui dovrebbe rientrare la ex prova scritta di italiano. Sarà estratto casualmente un testo. Ma se durante l’anno abbiamo fatto 3 mila trentordici testi!
- 3^ parte: Materiale assegnato dalla commissione. In poche parole le famose vecchie buste!
Ed infine bisognerà presentare un’esperienza in ambito PCTO, ovvero l’alternanza scuola-lavoro, (con cambio di nome solamente per creare confusione negli studenti). Ma soprattutto: “Perchè cambiare il nome di alternanza scuola-lavoro in PCTO?”. A quanto pare ancora nessuno lo ha capito. Cari maturandi teniamo duro per l’ultimo passo, e ricordate: "60 non fa paura, 100 non fa cultura!"
*Samuele Maragliano, maturando al Liceo Linguistico E. Montale di Genova
IL COMMENTO
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