salute e medicina

Il punto con il direttore del Dipartimento Igiene dell'Università di Genova
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Il 29 maggio era stata indicata da tutti come giornata chiave per i dati del contagio nella prospettiva di una riapertura tra le regioni la prossima settimana. A livello nazionale in questo senso si è deciso di posticipare la decisione finale a domenica 31 maggio, a livello ligure i dati confortano. C'è poi tutto il discorso sui vaccini. Ma la prima riflessione nella chiacchierata con il prof. Giancarlo Icardi, direttore del Dipartimento Igiene dell'Università di Genova, parte proprio dalla ventilata riapertura e dall'ipotizzato passaporto sanitario per gli spostamenti.

"Un documento così non ha senso dal punto di vista scientifico senza poi contare sul suo significato - dichiara Icardi - Possiamo fare delle istantanee, ma non non uno stato permanente. Mi pare più che altro un'idea lanciata sull'onda dell'emotività".

Emotività che è inevitabilmente legata anche ad un ritorno della pandemia. In Corea del Sud per esempio si è tornati a misure restrittive.

"Il timore del ritorno esiste a livello mondiale ed ecco il motivo per cui anche nel nostro paese pur passando ad una fase di allentamento è richiesto un attento controllo - sottolinea il direttore del Dipartimento di Igiene - In questa fase siamo passati a quello che era il controllare il più possibile l'infezione a quella che è la partita sul territorio. Tra gli indicatori è infatti indicato il controllo dei contatti. Importante è agire sui focolai per limitare la riaccensione dei focolai. L'esperienza della Corea del Sud ci deve far capire a tutti noi che non siamo fuori dall'emergenza e continuare a stare molto attenti".

L'emergenza Covid si porta con sé una conseguenza: si sono lasciate indietro altre attività sanitarie.

"Questa conseguenza è innegabile - continua il prof. Giancarlo Icardi - Per mia deformazione professionale mi è venuto in mente il discorso legato alle vaccinazioni. Si è quasi paralizzata l'attività degli ospedali, emergenze a parte, per esempio sul territorio si è rallentata per non dire frenata l'attività di vaccinazione. Penso alle attività pediatriche, e cito la questione morbillo ma penso alla vaccinazione anti papilloma virus".

Il timore dunque è un riacutizzarsi di certe patologie, il rischio di qualche nuova epidemia slegata dal Coronavirus.


"Da un punto di vista teorico questo rischio c'è - ammette il prof. Icardi - ma se recuperiamo il tempo perso anche al 75% 80% penso che la capillare distribuzione della sanità pubblica consenta di recuperare sia dal punto di vista ospedaliero sia territoriale".

Lo sguardo poi non può che andare al prossimo autunno quando si tornerà a parlare anche di influenza. E qui il direttore del Dipartimento Igiene dell'Università conferma l'arrivo anticipato del vaccino.

"E' vero, arriverà prima - ammette Icardi - Siamo abituati nel nostro continente a farli a inizio novembre, quest'anno si anticiperà ad inizio ottobre. Sarà molto importante la vaccinazione contro influenza e pneumococco. Meno persone si ammaleranno per questo e più ci potremo concentrare sulle sindromi legate al Coronavirus".

Molti si augurano quindi di un'estensione delle fasce da vaccinare ma su questo il prof. Giancarlo Icardi rimanda ogni scelta alla politica. E' evidente che però bisognerà prestare particolare attenzione alle fasce a rischio. 

Tornando al contagio del Coronavirus i dati restano incoraggianti.

"La Liguria si sta lentamente avvicinando a quei famosi zero casi - afferma Icardi - Ieri al San Martino abbiamo avuto una sola nuova positività. Effettivamente pur lentamente, pur con cautela ci stiamo muovendo verso una circolazione virus sempre minore. Puntiamo agli zero contagi nella prima quindicina di giugno. E' chiaro che indipendentemente dall'apertura delle altre regioni, dobbiamo continuare a rispettare quelle regole che ci hanno consentito di tornare ad una quasi normalità. Distanziamento, mascherine quando servono e costante lavaggio delle mani ci garantiranno di migliorare ancora"