Non partirà il 3 giugno come annunciato ma probabilmente l'8 giugno la sperimentazione in Liguria dell'app Immuni. Si tratta del sistema di tracciamento utile per monitorare la situazione contagi coronavirus in questa fase di ripartenza economica e sociale del Paese. Dopo diversi ritardi da Roma e numerosi dubbi sulla privacy l'applicazione sembra pronta a partire. Prima però della partenza ufficiale sarà necessario la formazione del personale addetto, per questo è necessario ancora qualche giorno di attesa. Nessun obbligo di averla ma da più parti è rimarcato che per farla funzionare al meglio serve un'alta adesione al sistema.
In Liguria, Abruzzo, Marche e Puglia l'applicazione è scaricabile dagli store Apple e Google. "Dotarsi da adesso dell'app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell'app" è spiegato in una nota congiunta dei ministeri di Salute, Innovazione e della presidenza del Consiglio. Tutte le informazioni utili sul funzionamento del sistema sono disponibili sul sito immuni.italia.it. L'applicazione, viene sottolineato, non è direttamente scaricabile via email o sms.
COME FUNZIONA L'APP IMMUNI - Una volta scaricata l'applicazione, il sistema chiede semplicemente di indicare regione e provincia dove si vive, non quella di residenza ufficiale ma di fatto solo il domicilio, senza ulteriori richieste. Indicazione comunque modificabile a seconda delle diverse situazioni. Non viene dunque richiesto il nome nè l'età o altri parametri personali. A quel punto la schermata informa che il servizio è attivo e che "Immuni resta operativa anche quando l'app è chiusa". Attenzione, subito dopo aver scaricato nello smarthpone l'applicazione la stessa chiede, se non è già stato fatto, di aggiornare il sistema operativo del cellulare. In questo caso basta seguire le indicazioni e andare semplicemente nelle impostazioni del cellulare, l'operazione dura alcuni minuti.
Poi c'è la parte legata alle informazioni che spiega nel dettaglio come funzione l'app. Immuni associa a ogni telefono un codice casuale. il codice - si legge - non contiene informazioni sul dispositivo in uso e nemmeno sulla persona. Il codice inoltre "cambia diverse volte ogni ora, per tutelare al meglio la privacy". E ancora è spiegato nel dettaglio il procedimento: "Quando entri in contatto con un altro utente di Immuni, i dispositivi si scambiano i rispettivi codici tramite Bluetooth Low energy. L'app riesce così a tenere traccia del contatto avvenuto, ma non può conoscere le vostre identità, nè sapere dove vi siete incontrati". Gli utenti che sono risultati positivi al virus possono caricare su un server i codici casuali che i loro dispositivi hanno trasmesso nei giorni precedenti, in modo da renderli disponibili ad altri utenti. Immuni controlla periodicamente i codici presenti sul server e li confronta con quelli salvati sul dispositivo in uso. In questo modo determina se la persona che ha in uso il cellulare è stata esposta a un potenziale contagio. Se risulta essere stato a contatto con un dispositivo di un utente risultato positivo Immuni avverte e dice cosa fare.
DOMANDE FREQUENTI - Nell'app Immuni c'è anche la parte delle domande frequenti dove si trovano alcune risposte, tra cui queste: "Più persone usano Immuni più l'app può essere efficace". "Immuni non fa e non può fare diagnosi mediche". Per usare l'app "devi avere almeno 14 anni. Se hai almeno 14 anni e meno di 18, per usare l'app devi avere il permesso di almeno uno dei genitori". E ancora è spiegato che non è possibile accedere al profilo da dispositivi diversi rispetto a quello dove si è scaricata l'app. Non ci sono problemi di funzionamento per chi usa spesso il telefono in modalità aereo, in questo caso l'aspetto importante è che venga mantenuto il Bluetooth attivo. Il sistema non traccia gli spostamenti e non raccoglie i dati di geolocalizzazione.
IN CASO DI RISCONTRATA POSITIVITA' AL CORONAVIRUS - C'è poi una parte dedicata a chi è risultato positivo al Coronavirus. In qusto caso però si può agire solo con l'assistenza di un operatore sanitario autorizzato. Anche in questo caso il suo funzionamento sembra semplice: nella sezione impostazioni c'è la parte gestione dati, qui si può entrare alla voce 'caricamento dati', a quel punto bisognerà comunicare il codice composto da dieci tra lettere e numeri all'operatore autorizzato, quindi attendere la conferma che deve arrivare dallo stesso operatore e poi una parte di 'verifica' che permette all'urente di verificare se la comunicazione è stata diffusa. Abbiamo fatto un controllo ed effettivamente ogni qual volta si entra alla voce 'caricamento dati' il codice generato risulta essere sempre diverso da quello precedente.
PRIVACY - Uno degli aspetti più discussi in questi mesi di messa a punto dell'applicazione è stato proprio il tema della privacy. Dal ministero è stata ribadita la tutela dei dati e nella stessa applicazione si legge come tutti i dati contenuti e generati verranno trattati. I dati salvati sullo smartphone sono cifrati. La connessione tra l’app e il server anche lei è cifrata (procedura volta a rendere oscuro, cioè non leggibile, un testo di un messaggio in chiaro). Inoltre è anche precisato come tutti i dati salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari, in ogni caso non saranno conservati oltre il 31 dicembre 2020. Il ministero della Salute è il soggetto che raccogli dati, questi verranno usati "solo per contenere l’epidemia del Covid-19 o per la ricerca scientifica". I dati sono salvati sul server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.
salute e medicina
App Immuni, in Liguria sperimentazione al via dall'8 giugno: ecco come funziona
Già scaricabile, qui tutte le indicazioni
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