
Bassi e appartamenti dei vicoli abbandonati o subaffittati in nero usati come laboratori e raffinerie dove stoccare e preparare il crack per poi spacciarlo tra i carruggi e nella movida. E' quanto scoperto dai carabinieri della compagnia Centro, guidati dal capitano Michele Zitiello, che oggi hanno arrestato 18 persone a Genova, Torino, Vercelli e Perugia. I soldi, circa 5 mila euro al giorno, venivano nascosti nei negozi etnici del centro storico. "Con questa operazione - ha detto il procuratore aggiunto Francesco Pinto che ha coordinato l'inchiesta insieme al sostituto Francesca Rombolà - è stato fatto un salto di qualità. Non ci siamo limitati a fermare il singolo pusher, ma abbiamo ricostruito tutta la rete".
L'indagine è partita nel 2017 e negli ultimi giorni ha avuto una accelerata. La zona controllata dalla banda di senegalesi è quella che va da via Prè alla Maddalena, passando per l'ex Ghetto. La spartizione con le altre etnie è stata 'pacifica', con una tacita collaborazione per non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine. Gli investigatori hanno appurato così che la droga veniva stoccata negli appartamenti e lavorata per preparare le dosi di crack.Grazie alle telecamere i carabinieri hanno visto spacciatori mettersi gli ovuli in bocca e poi passarli ai clienti che a loro volta li nascondevano nel cavo orale, in totale spregio alle norme anticontagio. "Il problema del centro storico - conclude Pinto - non può essere risolto solo dalle forze dell'ordine e dalla magistratura. Anche l'amministrazione deve fare la sua parte".
IL COMMENTO
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