
"Le donne hanno percepito questa situazione di pericolo - sottolinea Gorlero - e il modo con cui hanno affrontato questa esperienza fondamentale della vita in un momento particolare ha evidenziato una forza che noi sapevamo che le donne certamente possedevano ma in questo momento è stata veramente tangibile".
In Liguria poi ci sono altri due dati in controtendenza che racconta Gorlero: la bassa positività materna e quella del personale medico sanitario dell'area materno infantile.
"Siamo stati tra i primi in Italia già a marzo a fare tamponi alle donne a fine gravidanza - racconta Gorlero - e questo ci ha consentito di raccogliere dei dati molto buoni che sono oggetto di revisione per la pubblicazione sull'American Journal: 1100 parti in tre mesi e solo 18 casi di mamme positive con nessun caso di neonato positivo quindi significa l'1.8%. Le future mamme sono state meno colpite ma sono state anche molto brave a rispettare tutte le misure di lockdown - spiega Gorlero - le pubblicazioni che erano apparse a marzo sia su dati americani che lombardi ci avevano preoccupato perchè parlavano di una percentuale di positività vicina al 15% in realtà il dato ligure è in controtendenza da qui l'interesse di riviste scientifiche".
Ma quale possono essere le cause? "Una causa - spiega Gorlero - è sicuramente l'attenzione che il mondo ostetrico ha dato all'emergenza e poi le donne hanno rispettato molto tutte le regole: sono state a casa, hanno avuto pochi contatti e di conseguenza si è molto abbassato il rischio contagio".
"Il reparto di ostetricia del Galliera dovrebbe riaprire il 1 luglio e si lavora - conclude il direttore - per poter ridare alla donna e alla coppia il percorso nascita di cui noi andiamo così fieri".
IL COMMENTO
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