Un lento e progressivo ritorno alla normalità al centro antiviolenza Mascherona, dove sono ripartiti i colloqui di presenza per le donne vittime di violenza. Vetri in plexiglass e distanza di sicurezza che impediscono il contatto fisico, un abbraccio o la possibilità di asciugare le lacrime ma che non possono impedire di raccontare da vicino quello che si sta vivendo, tralasciando la chiamata via Skype, via telefono come si era obbligati a fare in tempo di lockdown.
“Finalmente riusciamo a vedere le persone negli occhi e ad affrontare questa problematica così difficile, così delicata, della violenza in famiglia, e riusciamo a farlo in presenza; speriamo solo di poter al più presto togliere la barriera fisica del plexiglass”, racconta ai microfoni di Primocanale Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona. 50 contatti in meno, di media, nel periodo della quarantena, perché le donne, in presenza del marito, non riuscivano a contattare il centro.
“Avevamo una media di 5/6 telefonate al giorno nel periodo del lockdown, superata quella fase siamo passati ad una di 10/12 alla settimana”, ci spiega Manuela Caccioni. “Questo significa che il lavoro sta riprendendo – prosegue la responsabile del centro – e anche le richieste di aiuto stanno tornando”. È emerso che dopo il lockdown ci sono numerose richieste di sostegno, di quelle particolarmente delicate, legate al codice rosso, questo significa che in quarantena la violenza tra le mura di casa si è ancor più acuita.
Un'analisi dei numeri arriva anche dal procuratore capo Francesco Cozzi: "In questi mesi di emergenza sanitaria per quanto riguarda i codici rossi non c'è stata quasi alcuna differenza rispetto al numero di casi. Abbiamo notato che in alcuni casi è aumentata la violenza nei confronti della donna, sia fisica che psicologica, perche' dove c'è una patologia questa aumenta con la convivenza forzata". CLICCA QUI
Nel frattempo, grazie ad un accordo ministeriale, con il supporto di Regione Liguria e comune di Genova, sono state reperite quattro case vacanze sfitte per i casi più delicati, quelli del codice rosso, in attesa della vera casa rifugio. Il messaggio che arriva direttamente dal centro antiviolenza Mascherona è quello di non spezzare mai il filo diretto.
“Noi qui al centro non facciamo mai niente che una donna non si senta di fare, ci possono chiamare, contattarci per telefono per prendere appuntamento, altrimenti si può continuare con le videochiamate e i messaggi; è importante trovare un luogo e un momento dove raccontare il proprio vissuto per progettare insieme una fuoriuscita dalla violenza, perché dalla violenza si può uscire”, ricorda a tutte le donne Manuela Caccioni.
cronaca
Violenza domestica, centro antiviolenza Mascherona: "Aumentati i casi di codice rosso"
Messe a disposizione case vacanze sfitte per accogliere le donne che sfuggono da casa
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