Flop Immuni, verrebbe da dire così. L’app di tracciamento dei casi di Coronavirus fortemente voluta dal ministero della Salute per monitorare e controllare il contagio nella fase di ripartenza dopo il lockdown non sta ottenendo i risultati sperati, tutt'altro.
In Liguria in quaranta giorni di attivazione (è partita l'8 giugno con una settimana di anticipo rispetto alla maggior parte delle altre Regioni) i soggetti risultati positivi al Covid-19 che hanno attivato la procedura sono appena sette: sei nella Asl3, uno nella Asl4. Dal 7 giugno a oggi venerdì 17 luglio sono state individuate in Liguria 240 persone positive al Covid, questo vuol dire che appena il 2,9% di questi ha attivato il sistema di tracciamento di Immuni per avvisare chi in quelle ore è entrato a contatto con loro.
Numeri che fanno capire quanto poco abbia avuto successo il sistema individuato e adottato dal Governo. Perplessità che anche l'assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale non ha mai nascosto sin dall'inizio preferendo altre strade. "Da cittadina e da esponente politica sulla app Immuni ho dato un giudizio di un sistema che non andava a risolvere il problema della prevenzione e tracciabilità. Bisogna invece puntare sull'esperienza e la professionalità dei nostri uffici di Igiene e prevenzione che hanno fatto tesoro dei durissimi mesi dell'emergenza Covid. Come sistema sanitario abbiamo preso l'impegno, come del resto le altre regioni, a dotarci dei sistemi di coinvolgimento e ad attivare tutte le procedure previste. L'app Immuni non ha riscosso successo nè consenso dai cittadini" conclude Viale.
Una app che sembra nata male sin dall'inizio. Prima c'è stato il problema legato alla possibilità di scaricare l'app con con solo i modelli più evoluti capaci di poter usufruire del sistema. Prima ancora c'erano stati i dubbi legati alla privacy poi chiariti dallo stesso ministero. E intanto il funzionamento dell'app è partito in ritardo rispetto alla reale fase di ripartenza del Paese, praticamente un mese dopo. A questa situazione si è aggiunto il fatto con diverse regioni hanno provveduto a realizzare una app propria con metodi, procedure e sistemi diversi. Oltre a questi aspetti c'è anche stato qualche ulteriore problema legato ai bug dei sistemi operatvi della Apple che hanno iniziato a mandare messaggi a ripetizione.
Ma non solo, i dati italiani dicono che appena 8% della popolazione ha scaricato l'appilicazione. Per essere realmente un valore la percentuale di persone che ha scaricato l'app doveva essere molto più alta, si parlava del 60%. Di fatto escluse dalla possibilità di avere l'app principalmente due categorie: quella degli anziani poco tecnologici e soprattutto chi ha un reddito più basso. Una fetta di popolazione che non possiede e non ha la possibilità di avere un cellulare di ultima generazione capace di scaricare il sistema di tracciamento. Secondo le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica, nel 2019 in Italia le famiglie in povertà relativa, quelle cioè che hanno difficoltà nel reperire i beni e servizi, sono 3 milioni per un totale di 8,8 milioni di individui. Anche questo forse capire perchè l'app non sta mostrando i risultati sperati da chi l'ha voluta e progettata.
IL RESTO DEL MONDO - Ma quello di Immuni sembra un flop che ha coinvolto anche le app omologhe degli altri Paesi. Questo almeno da quanto emerge da una stima portata avanti da Sensor Tower, dove la media di persone che hanno installato le diverse app è del 9,3% dei cittadini. Il Paese che ha mostrato più dedizione alle app è l'Australia con il 21,6% della popolazione che ha nel proprio cellulare il sistema di tracciamento. Bene, ma ben al di sotto della soglia di reale utilità, anche la Germania con l'app nelle tasche del 17.3% della popolazione. Molto male i risultati del Giappone, appena il 5%, e della Francia ferma al 3,1%. Immuni in questo spettro si colloca a metà strada tra le nazioni più virtuose e quelle che invece non hanno proprio considerato l'applicazione di tracciamento.
salute e medicina
L'app Immuni fa flop, in Liguria usata solo da sette persone in quaranta giorni
Il sistema di tracciamento voluto dal governo non ha ottenuto particolare riscontro
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