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L'attaccante argentino del PSG ricorda le mani alle orecchie a Castellammare il 12 maggio 2012
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 Mauro Icardi, 134 gol in 241 partite da professionista con le maglie di Sampdoria, Inter e PSG, dopo ogni rete esulta portandosi le mani alle orecchie. “La mia esultanza è nata – dice al sito della società parigina, che lo ha appena riscattato dall'Inter - quando ho realizzato il mio primo gol come professionista, è stato il primo istinto che mi è venuto per ascoltare i tifosi e l’ho mantenuto”. Tutto infatti nacque al “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia, il 12 maggio 2012, nove minuti dopo il suo esordio in prima squadra. Si giocava Juve Stabia – Sampdoria, 40a giornata del campionato di serie B, le squadre erano sull'1-1 dopo le reti di Zito al 1' e Munari al 51'. A un quarto d'ora dalla fine, coi blucerchiati in dieci per l'espulsione di Pellé, Iachini richiamò l'uruguaiano Fornaroli (titolare di emergenza in una squadra priva di Romero, Gastaldello, Renan, Eder e Pozzi) per inserire il 19enne argentino fino a quel giorno impegnato solo in Primavera.


Al minuto 84', su cross di Andrea Costa, Icardi superò Colombi e segnò la rete della vittoria sampdoriana, risultato decisivo per l'approdo agli spareggi promozione come sesta classificata, dietro Sassuolo (terza), Hellas Verona (quarta) e Varese (quinta), mentre Pescara e Torino avevano guadagnato la promozione diretta. Sotto la curva San Marco ammutolita, Icardi portò le mani alle orecchie, ma i tifosi doriani erano cento metri più in là, nella curva Ferrovia. Icardi avrebbe sempre festeggiato ogni gol con quel gesto, a metà tra esultanza e provocazione, come avrebbe fatto qualche anno dopo a Marassi da avversario. Ma questa è un'altra storia nella vita e nella carriera di un centravanti implacabile in campo, tra i più forti se non il più forte del suo tempo.