cronaca

Questa domenica è la Giornata Nazionale in ricordo delle vittime sul lavoro
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L'ultima tragedia ha meno di una settimana. L'escavatore su cui stavano lavorando Maurizio Moraldo e Marco Lanteri si ribalta e li travolge. E' un attimo ma per i due non c'è nulla da fare. E' appena lunedì scorso e il dramma si consuma a Bajardo. Ancora due morti sul lavoro, un lavoro reso necessario dopo l'alluvione che tra il 3 e il 4 ottobre ha colpito Ventimiglia e le vallate dell'entroterra imperiese. Il tragico bilancio così in Liguria da inizio anno sale a tredici. Tredici vite spezzate mentre erano intente a lavorare.

Oggi domenica 11 ottobre si celebra la Giornata Nazionale in ricordo delle vittime sul lavoro. Delle tredici vittime registrare mentre erano intente a compiere il proprio dovere quattro incidenti sono avvenuti nella Città Metropolitana di Genova, tre nella provincia di Imperia, tre in quella di Savona e due in quella della Spezia. Il bilancio in Italia è tragico. Dal primo gennaio ad oggi sono morti 848 lavoratori (dato che comprende le vittime degli incidenti stradali che riguardano lavoratori che si stavano recando o stavano andando via dal proprio luogo di lavoro). Sono 431 quelli che hanno perso la vita sul lavoro. A questi vanno aggiunti altri 437 morti per Coronavirus.

Un anno particolare quello del 2020. Due situazioni che stravolgono i dati e non permettono un corretta analisi e confronto con quello registrato negli anni passati. Da una parte il lockdown di marzo-aprile, dall'altro il vertiginoso aumento di casi di morte sul lavoro per quanto riguarda la sanità. E' proprio il mondo sanitario e quello dell'assistenza sociale schierato in prima linea nella battaglia al Covid a farne i conti. Secondo i dati Inail validi da gennaio ad agosto compreso in Liguria si sono registrate 2.353 denunce di infortunio lavoro causate dal Covid-19 e 15 morti. In Italia il dato al 31 agosto segna 52.209 denunce e 3030 vittime. In Liguria si registra dunque il 4,5% delle denunce di tutto il Paese e il 5% di vittime.

Le più colpite in Liguria sono le donne con il 69,9% (30,1% gli uomini) mentre la fascia di età di lavoratori colpiti è quella che va dai 50 ai 64 anni (46,1% dei casi), seguita da quella compresa tra i 35-49 anni con 35,6%, 18-34 anni con 15,9% e infine oltre i 65 anni con il 2,4%. Le denunce maggiori arrivano dalla Città Metropolitana di Genova con il 56,4%, seguita da quella di Imperia con il 19,5%, Savona 17,3% e dalla Spezia con il 6,8%.  

A livello nazionale le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e agosto sono state 322.132 (-22,7% rispetto allo stesso periodo del 2019), 823 delle quali con esito mortale (+20,1%). A tuuti questi numeri vanno poi aggiunti infortuni e morti silenziose, quelle dei lavoratori in nero. In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 27.761 (-32,3%).  

Denunce dunque in calo a causa dei mesi di lockdown quando per forza di cose il numero di incidenti è drasticamente ridotto. Tuttavia è proprio il Nord Ovest a rilevare la riduzione minore di denunce, che tradotto in parole semplici vuol dire che è l'area del Paese dove si sono registrati più incidenti (ma anche maggiore abitudine a denunciare quanto accade sul posto di lavoro). Il territorio che comprende Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta ha fatto segnare un -14,2% di denunce rispetto al 2019. Valore più accentuato nel Nord-Est (-24,0%), al Centro (-27,4%), al Sud (-29,7%) e nelle Isole (-27,5%). Se si limita il confronto al periodo marzo-agosto, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche sono ancora più evidenti: -18% per il Nord-Ovest, -30% per il Nord-Est e oltre il -36% per Centro, Sud e Isole.

A pagare le conseguenze pesanti è come detto il settore della sanità e dell'assistenza sociale che riseptto agli altri ambniti si distingue per il forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +124% nei primi otto mesi (dai 18mila casi del 2019 ai 40mila del 2020), con punte di oltre il +500% a marzo e del +450% ad aprile. Tra giugno e agosto si è assistito, invece, a un’inversione di tendenza, con decrementi compresi in un intervallo tra il -9% e il -18%. Altro dato da rimarcare è quello delle denunce complessive del settore. Ben due su tre hanno riguardato il contagio da Covid-19.

E' sempre centrale dunque il tema della sicurezza dei posti di lavoro e il richiamo al rispetto delle normative di legge. Imprudenza da una parte, ritmi di lavoro eccessivi, assenza protezioni sono solo alcuni delle cause di indipendenti e morti sul lavoro. I dati segnano che la prima causa di morte sul lavoro è determinata dagli incidenti stradali. valore che somma sia quelli avvenuti materialmente sul luogo di lavoro sia quelli in itinere, cioè chi spostava per raggiungere o andarsene dal proprio sito lavorativo. Sempre leggendo i dati forniti dall'Inail il 15% totale degli infortuni avviene col mezzo di trasporto di lavoro. Mentre tra il 40-45% complessivi è il valore degli incidenti mortali. Di Andrea Popolano.