Ossi di Seppia è forse la raccolta poetica più famosa di Montale, pubblicata nel 1925 quando non aveva nemmeno trent'anni. Nato da una famiglia della borghesia genovese ha vissuto i primi anni della sua vita nell'abitazione dei genitori in corso Dogali appena sopra la stazione Principe. Un ruolo chiave nella sua formazione è stato svolto dalla frequentazione assidua delle Cinque Terre.
Un legame particolare con Monterosso a cui Montale ha dedicato la sua arte. “Per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni. (..)”. Era io 1921 e con queste strofe Montale ne “I Limoni” rendeva omaggio al borgo delle Cinque Terre che anni dopo lo ricorderà con una targa. Poi i suoi soggiorni si spostarono prima a Firenze e poi a Milano e qui i contatti sempre più stretti con gli intellettuali dell’epoca continuarono a modellare io suo pensiero, anche politico.
Nel 1975 arriva il premio Nobel per la Letteratura assegnato dall'Accademia svedese per "la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni". Montale è uno dei sei letterati italiani ad aver vinto il nobel per la Letteratura insieme a Giosuè Carducci nel 1906, Grazia Deledda nel 1926, Luigi Pirandello nel 1934, Salvatore Quasimodo nel 1959 e Dario Fo nel 1997.
Importante anche il suo impegno nella politica. Senatore della Repubblica Italiana prima e Senatore a vita poi. Ha preso parta alle legislature comprese tra la quarta e l'ottava, dal 1967 al 1981. E' rimasto nel gruppo Misto fino al 24 maggio 1972, nel Partito Liberale Italiano dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976, di nuovo nel gruppo Misto dal 5 luglio 1976 al 31 gennaio 1977, e infine nel gruppo Repubblicano dal 1º febbraio 1977 al 12 settembre 1981.
E' morto a Milano il 12 settembre 1981, un mese dopo avrebbe compito 85 anni, a causa di problemi legati a una vasculopatia cerebrale. I funerali di Stato furono celebrati due giorni dopo nel Duomo di Milano dall'allora arcivescovo Carlo Maria Martini. E' sepolto nel cimitero accanto alla chiesa di San Felice a Ema, sobborgo nella periferia sud di Firenze, accanto alla moglie Drusilla. (a.pop.)
IL COMMENTO
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