Didattica a distanza o di presenza? Il Governo si interroga e cerca una soluzione. La nuova ondata di Covid obbliga le istituzioni a prendere decisioni. L'ultima opzione è quella che vede la possibilità di ingressi scaglionati con gli studenti delle superiori che entrebrebbero nelle loro aule a partire dalle 11. Ma ancora nulla è deciso.
Tra i governatori delle Regioni e non solo c'è anche chi spinge per il ritorno alla didattica a distanza, chi per scaglionare gli ingressi. Altri invece per mantenere le lezioni di presenza. L'obiettivo numero uno è ridurre il numero di persone in movimento nei mezzi pubblici. Due possibilità all'orizzonte quindi: evitare che lavoratori e studenti si muovano nello stesso orario o far restare a casa i più grandi.Tra le ipotesi oltre a quella di ingressi posticipati alla mattina anche l'utilizzo dei bus turistici al momento fermi per potenziare il trasporto pubblico locale.
Sui social di Primocanale, in attesa arrivi la decisione definitiva d Roma, non mancano le polemiche. Tre fazioni distinte, da una parte quelli che sottolineano l'importanza della didattica fatta di presenza (il numero maggiore di commenti), poi quelli che piuttosto chiedono un sostanziale aumento del servizio pubbliico di trasporto e infine chi promuove l'idea di un ritorno della scuola da casa. Emma ad esempio scrive: "Wow che grande soluzione per averci pensato 6 mesi (in riferimento al ritorno alla didattica a distanza ndr). Avete speso migliaia di euro per i banchi a rotelle della Azzolina per poter rientrare a scuola in sicurezza e poi.. la Dad...Complimenti!"
Sulla stessa falsa riga il commento di Miriam: "I ragazzi devono andare a scuola in presenza. Se volete ridurre gli utilizzatori dei mezzi pubblici non devono di certo essere i ragazzi che essendo minorenni non hanno di certo altra scelta se la scuola è lontana. In orario scolastico diamo la precedenza a loro, altrimenti aumentate bus e treni".
Daliah invece punta il dito non sulla scuola ma sulle altre occasioni che i ragazzi hanno per stare tra loro 'troppo' vicini: "É nei locali che i ragazzi non rispettano il distanziamento non a scuola". In attesa della soluzione nel mirino ci finiscono anche i presidi delle scuole superiori: "Ci quelli che mettono i rientri pomeridiani in presenza, così i ragazzi fanno assembramenti nei bar per mangiarsi un panino di corsa" scrive Francesca.
Ma c'è anche chi è d'accordo con il ritrono alla didattica a distanza per i più grandi, come Sabrina: "I ragazzi prendono i mezzi, mia figlia prende il treno e l'autobus e questi sono affollatissimi. Penso che almeno per questo periodo la didattica a distanza sia la cosa migliore da fare".
Elena rimarca invece che al posto di 'penalizzare' i ragazzi costringeli nuovamente alla didattica a distazna sarebbe il caso di mettere mano al trasporto pubblico aggiungendo corse e bus: Serve "potenziare i mezzi pubblici invece di sacrificare nuovamente gli studenti, è vergognoso, in tutti questi mesi di tempo che avete avuto, non avete fatto nulla".
"E' sempre la cultura e i ragazzi a dover essere utilizzati per fare fronte a una gestione che è lacunosa e che ha avuto come obiettivo dei tagli pesantissimi.
La cultura e la sanità dovrebbero essere garantiti sempre, invece sono messi in ginocchio". Infine Raffaele conclude lapidario in attesa che il governo decida: "Vuoi vedere che alla fine fanno tutti la stessa cosa dello 'Sceriffo'" inteso come il governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha riportato la didattica a distanza in tutta la sua regione con non poche polemiche da parte del ministro Azzolina.
Molti pediatri sottolineano la necessità che i ragazzi stiano a contatto tra loro. Nel senso che si frequentino in quanto la scuola non rappresenta solo un luogo dove imparare ma anche dove socializzare. Il rischio si isolamento è reale. C'è poi da considerare che le nuove misure che stanno per essere prese non parlano di lockdown, non almeno come quello di marzo e aprile. I ragazzi poi avrebbero tutte le occasioni per incontrarsi in altri luoghi durante la giornata.
Inoltre c'è da considerare che i numeri dei contagi rilevati all'interno degli istituti scolastici è per ora limitato. Il 15 ottobre il ministero dell'Istruzione ha comunicato che, alla data del 10 ottobre, gli studenti contagiati sono pari allo 0,080% (5.793 casi di positività), per il personale docente la percentuale è dello 0,133% del totale (1.020 casi), per il personale non docente si parla dello 0,139% (283 casi). Nel monitoraggio settimanale realizzato dall'Istituto superiore di sanità relativo al periodo 5-11 è precisato che "la trasmissione del virus a scuola è limitata rispetto a quella che avviene in comunità: 3,8% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione". di Andrea Popolano.
cronaca
Scuola tra didattica a distanza e ingressi ritardati: sui social scoppia la polemica
Ecco cosa ne pensano i lettori di Primocanale
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