
“In alcune sere abbiamo zero persone a tavola. A pranzo riusciamo a fare qualche cliente, ma anche molti uffici stanno chiudendo con i dipendenti che lavorano da casa. Rischiamo di non farcela”, spiega Maria. E Silvana, sua dipendente, aggiunge: “Mi rendo conto che non sarà facile per i titolari pagare i nostri stipendi. E’ il buio totale. Un lockdown non dichiarato. Crediamo nella nostra realtà, ma così non sappiamo che fine faremo, non sappiamo cosa dire alle nostre famiglie. La disperazione totale”. Non è l’unica voce che mostra desolazione: “C’è un calo continuo delle presenze. Accogliamo i clienti in sicurezza rispettando le norme. Ma il calo è impressionante, parliamo dell’80%. Oltre al problema di comprendere ordinanze e Dpcm c’è la paura delle persone”, spiega Egidio Soli del Civ.
Anche i pochi ragazzi dentro bar e pub mostrano amarezza: “E’ triste. Il rischio è che si torni ad anni fa quando i vicoli erano meno sicuri e meno ‘amichevoli’. Non dobbiamo ghettizzare questo posto”, dice un giovane che vive nei vicoli e solitamente frequenta anche la sera i locali nel centro storico. Un amico aggiunge: “Il covid è un problema, è giusto dare un segnale, ma le chiusure così rischiano di essere uno sbaglio. Forse servirebbero più controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole”. E su questo tema Thomas d’Assisi, vice dirigente commissariato Centro Genova, spiega come la presenza è costante in questi giorni: “Nelle ultime 24 ore abbiamo identificato 45 persone, sanzionato due persone che non hanno rispettato la normativa covid. Ma si è proceduto anche a denunce e sequestro di sostanze stupefacenti. La nostra presenza incide anche sulla microcriminalità sia in chiave preventiva che in chiave repressiva”.
IL COMMENTO
Quel processo che non finisce e le autostrade sempre più trappola
Salis contro Piciocchi, analisi a distanza