Il presidente Toti, ha anche parlato degli effetti di un eventuale stop alla stagione sciistica a causa del Covid: "Mi auguro che l'Italia non faccia scelte autolesionistiche, circondata da Paesi dove si ballerà nelle baite" ha affermato. "Chiudere tutto il nostro arco alpino vale 2 miliardi di euro e 120 mila posti di lavoro", ha rimarcato Toti, sostenendo che "non è scontato che agosto scorso abbia contributo così tanto all'innalzamento del contagio a ottobre, nessuno scienziato fino a oggi si è espresso chiaramente" ha detto.
Lo stesso Toti, intervistato da Primocanale, ha intanto ipotizzato gli scenari delle prossime settimane in vista del Natale, anche alla luce del confronto con molti rappresentanti del Governo in sede di Conferenza delle Regioni. C’è chi parla di zona gialla in gran parte del paese per tutto il mese di dicembre. Per il governatore ligure non sarebbe sufficiente: “Mi auguro qualcosa di più e di meglio della zona gialla dove bar e ristoranti chiudono alle 18. Non credo che questo sia compatibile con un’Italia che si muove e si sposta”.
Toti predica prudenza, ma chiede rispetto per l’economia: “Tenendo conto che non sarà un Natale con trenini e trombette, non sarà un Capodanno con i grandi fuochi d’artificio e di masse nelle piazze, ma dobbiamo comunque dare fiato all’economia. I numeri della pandemia stanno scendendo, in Liguria più che altrove, però salgono i numeri della povertà e di quelli che perdono posti di lavoro”.
Sulla pandemia Toti rivendica i risultati ottenuti “Siamo la prima regione per il calo dell’indice Rt, è anche merito della nostra amministrazione: abbiamo introdotto misure, chiusure, obbligo di mascherine prima che lo facesse il governo in città come La Spezia e Genova dove i casi erano in aumento. I risultati si vedono”.
E chiede coraggio anche sulle riaperture: “Mi aspetto bar e ristoranti aperti anche la sera. Mi aspetto un Natale dove le famiglie si possano vedere, magari evitando raduni con cugini fino al terzo grado. E il Capodanno me lo immagino senza feste di piazza, ma dove la gente possa ritrovarsi rispettando regole, senza balli e spettacoli. Qualcosa che assomigli alla normalità”.
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