
Le indagini, avviate a seguito di un controllo di natura fiscale condotto nei confronti di un'impresa spezzina del settore della cantieristica navale, hanno consentito di ricostruire un collaudato sistema di emissione 'a richiesta' di fatture. Le indagini hanno permesso di individuare, in un anonimo appartamento situato alla Spezia, uffici amministrativi occulti di due imprese con sedi formalmente a Malta, e di altre imprese nazionali, tutte riconducibili di fatto ad un noto imprenditore spezzino.
Alcune di queste, pur in assenza di autorizzazione, fornivano manodopera alle imprese ed emettevano, in accordo con i clienti, fatture recanti un oggetto giuridico diverso che consentiva loro di maturare indebiti crediti d'imposta, nonché di evitare di farsi carico di oneri contributivi. Gli approfondimenti hanno consentito di individuare anche una società lombarda che aveva il compito di 'cartiera', così da sottrarre Iva all'erario per farla confluire in conti correnti dell'Europa dell'Est.
Proprio da lì alcuni degli indagati provvedevano a prelevare ingenti somme di denaro contante, fino a 240mila euro alla volta, e a reintrodurle nel territorio nazionale. Disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, quote societarie, immobili, imbarcazioni ed autovetture sia nei confronti degli arrestati sia degli altri imprenditori coinvolti.
IL COMMENTO
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