
La distribuzione carburanti, rilevano, "è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell'attività, nell'interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci". Ne consegue che i gestori, "oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l'attività di distribuzione a disposizione del pubblico. Ciò che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti".
Fatti, sottolineano i gestori dei carburanti, "che preludono al prossimo progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che da lavoro a quasi 100mila persone. Si tratta di considerazioni che il Governo conosceva perfettamente ancor prima dell'emergenza e che con l'inizio della pandemia si sono ulteriormente aggravate, ma che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli resosi latitante sin dal suo insediamento, sembra aver deciso di non prendere in alcuna considerazione nemmeno nella fase attuale, continuando a mostrare una sgradevole quanto immotivata volontà punitiva verso la Categoria, che è ancora in attesa, da luglio scorso dei suoi Decreti attuativi che avrebbero consentito ai gestori di beneficiare concretamente di provvedimenti assunti nella fase precedente".
Nella consapevolezza che una tale azione di protesta potrebbe causare ulteriori disagi al Paese, conclude la nota sindacale, "anche per l'imminente periodo di festività, la categoria è comunque impegnata a sollecitare il Governo perché assuma impegni che appaiono del tutto equi e ragionevoli".
IL COMMENTO
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