
Nelle indagini sulla fornitura di sistemi di spegnimento incendi da installare a bordo di alcune navi della Marina Militare italiana, è emerso in particolare che la società subappaltratice aveva già consegnato ai cantieri navali Fincantieri una prima tranche di bombole contenenti un fluido estinguente, apparentemente conforme agli elevatissimi standard di sicurezza richiesti dai capitolati d'appalto, ma rivelatosi, appunto un prodotto diverso, di qualità e costo inferiori.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso i cantieri navali a La Spezia, a Riva Trigoso e Castellammare di Stabia (Napoli), i finanzieri hanno accertato che le bombole erano già state installate o erano in procinto di esserlo a bordo di due navi militari in costruzione, rischiando di mettere a repentaglio l'effettiva funzionalità e sicurezza dei sistemi di spegnimento degli incendi in dotazione a modernissime unità navali.
Secondo le indagini i responsabili della frode avevano apposto sulle bombole di gas, indebitamente, un marchio contraffatto riconducibile a una multinazionale statunitense produttrice esclusiva mondiale, ma in realtà si erano approvvigionati di un fluido di origine cinese da un fornitore albanese.
IL COMMENTO
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