cronaca

"La tassa deve essere applicata e pagata sulla base della quantità di rifiuti prodotti"
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 "Le imprese non possono assolutamente sopportare l'aumento di una tassa, la Tari, che hanno continuato a pagare malgrado fossero chiuse o con attività ridotte al lumicino". Con queste parole il presidente di Confcommercio Genova Paolo Odone commenta l'annunciato aumento della tassa dei rifiuti dovuto alla richiesta, da parte della sezione controllo della Corte dei Conti, di coprire il debito di 128 mln nei confronti di Amiu per la chiusura e la bonifica della discarica di Scarpino proprio con il gettito Tari.

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"Abbiamo visto impegno da parte del Comune, ma alla fine non è stato possibile tenere in considerazione la nostra pressante richiesta e cioè chi è stato chiuso non deve pagare per un servizio che non ha utilizzato - si legge in una nota di Ascom - e questo perché, ci è stato spiegato, il Governo non ha dato al Comune alcun aiuto economico per sostenere le spese di questo servizio. Oggi ci troviamo nuovamente di fronte a questo grave problema, perché a causa di una disastrosa gestione pregressa del ciclo dei rifiuti, non certo provocata dagli imprenditori, il Comune è obbligato ad aumentare la Tari".

"La tassa deve essere applicata e pagata sulla base della quantità di rifiuti prodotti secondo il principio comunitario 'chi inquina paga' e non sono certo le imprese che producono la maggiore quantità di rifiuti sul nostro territorio e i maggiori costi di raccolta - prosegue la nota di Ascom -. Vi è quindi una evidente ingiustizia di fondo nella ripartizione di questi costi. Perciò ancora una volta chiediamo che il Comune provveda ai necessari interventi perequativi che adesso sono improcrastinabili".