cronaca

Non soltanto lezioni, ma anche lauree telematiche da più di 10 mesi, senza mai essere ritornati in presenza
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Tutti parlano del tema didattica a distanza per le scuole superiori, ma c'è un'altra grande fetta di ragazzi che fa lezione online da più di 10 mesi e che in aula non c'è mai tornata. Si tratta della popolazione degli studenti universitari che tra lezioni, esami e lauree ormai ha fatto dell'online la propria 'sede di riferimento'. E il malcontento serpeggia tra gli studenti che continuano a pagare le tasse universitarie, ma non hanno la possibilità di godere appieno di una delle esperienze formative che dovrebbe aprire loro le porte al mondo del lavoro. L’università di Genova è stata tra le prime ad adattarsi all’emergenza: in pochi giorni i corsi sono stati resi disponibili su una piattaforma online, così come le sessioni d’esame e di laurea. Ma, dopo quasi un anno, i ragazzi chiedono di poter tornare almeno a laurearsi davanti alla commissione in presenza, così come c’è malumore per le prove orali o scritte dietro ad uno schermo con il terrore che si blocchi la connessione, venendo così automaticamente bocciati.

Si era ipotizzato un sistema di lezioni in presenza a piccoli gruppi almeno per le matricole -che non hanno mai visto dal vivo l’università- a partire da metà febbraio, ma la situazione è ancora in stallo a causa del quadro sanitario. “I prossimi mesi vedranno ancora la didattica digitale, ma vogliamo consentire in tutti i modi una ripresa graduale”, ha commentato il neo rettore dell’Università di Genova Federico Delfino a Primocanale. “Tutti noi stiamo vivendo questo momento con grande disagio e alienazione, non è bello quando il rapporto studente-docente viene mediato da uno schermo”. Anche a causa delle norme che impediscono gli spostamenti tra comuni o tra regioni, diventa difficile prevedere se e quando si riuscirà a tornare in ateneo.

Poi c’è il tema di tirocini ed Erasmus. Da un lato, i ragazzi per mesi sono stati invitati a svolgere attività di tirocinio a distanza, perdendo così l’occasione di un reale inserimento in azienda o di fare esperienza sul campo. Ne è un esempio la facoltà di medicina, la più colpita dall’emergenza sanitaria, che però ad oggi non è più riuscita a far rientrare i futuri medici in corsia: si era parlato di spalmare gli iscritti al quinto e sesto anno tra i vari ospedali della Liguria, ma non è stato possibile. Mentre nel resto d’Italia non soltanto i tirocini sono ripresi, ma sono iniziate anche le vaccinazioni anti Covid.

Per l’Erasmus, invece, ha avuto eco un post su Facebook di Marta Gaggero, studentessa di 25 anni all’ultimo semestre della magistrale in Ingegneria Edile. A lei, come ai tanti che avevano fatto richiesta, è stata negata la partenza, nonostante in altri atenei è stato consentito partire nel rispetto delle norme vigenti in Italia e nel paese di arrivo, con tampone pre-partenza e quarantena all’arrivo. “L’unica possibilità che ci è stata offerta è quella di un Erasmus in modalità Blended, ovvero ancora online”, scrive. E su questo Delfino ribatte: “L’Europa è una delle zone a maggior rischio di contagi nel mondo, per questo abbiamo scelto la via della cautela, non facendo partire i ragazzi: questa esperienza di vita non è ancora possibile affrontarla come si vorrebbe, appena la situazione lo consentirà riapriremo anche la mobilità internazionale”. Ma per alcuni non sarà più possibile fare questa esperienza, a meno che non si ritardi la laurea.