“Per quanto riguarda l’Rt la Liguria è a cavallo dell’1, per l’esattezza attorno a 1,01 o 1,02, un dato che tecnicamente potrebbe riportare in zona arancione la nostra regione secondo la normativa vigente. Lo scenario è comunque di rischio moderato. L’Rt sopra 1, anche se di pochissimo, è ovviamente legato anche alle diversità di incidenza del virus su cui influisce la situazione della provincia di Imperia dove l’incidenza è superiore che nel resto della regione. È evidente che se torneremo in zona arancione per due settimane la nostra valutazione è che le misure legate a questo scenario di rischio siano più che sufficienti per arginare la circolazione del virus nell’estremo ponente" ha detto il presidente della regione Giovanni Toti.
"Se la Liguria dovesse restare in zona gialla, visto che ci troviamo in una situazione veramente borderline, dovremo adottare misure specifiche per quanto riguarda questa parte della Liguria” ha continuato Toti.
Oggi verrà presa una decisione e dalle anticipazioni emerse sul documento di valutazione dell’Istituto superiore di sanità, i dati, secondo Toti, confermerebbero una sostanziale stabilità dell’andamento dell’epidemia.
"In un quadro di crescita complessiva del virus in tutta Italia, e al netto della situazione sull’estremo ponente influenzata da una pesantissima situazione in territorio francese, la Liguria è in equilibrio da molte settimane, sia per quanto riguarda l’ingresso di nuovi ricoverati negli ospedali sia per quanto riguarda la circolazione del virus, che resta tra 1,8 e 1,9 casi su 10mila abitanti, stabile rispetto alle settimane passate” ha concluso Toti.
E in provincia di Imperia ha fatto la sua comparsa la cosiddetta “Variante Inglese” del Covid-19. La variante è stata tracciata in 7 persone: tre nel distretto sociosanitario sanremese, tre nel distretto sociosanitario ventimigliese e 1 nel distretto sociosanitario imperiese; persone risultate positive negli screening effettuati gli scorsi 3 e 4 febbraio. Pertanto, proseguono da parte dell’Azienda Sanitaria Locale Imperiese, le indagini sui contatti stretti. Asl1 tende a rassicurare la popolazione che detta variante è solamente più contagiosa, sicché la patologia rimane uguale.
Circa un caso positivo su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese. Il dato emerge dall'indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al
ministero e all'Istituto superiore di sanità i risultati dei test realizzati dal 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana.
A riguardo si consiglia di seguire le note indicazioni di prevenzione come il frequente lavaggio delle mani, l’uso della mascherina, il distanziamento sociale e l’arieggiare spesso i locali chiusi.
IL COMMENTO
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