Tra le varie motivazioni addotte nella missiva, scritta dal presidente della regione Liguria Giovanni Toti, la principale è quella di venire incontro alla categoria dei ristoratoriliguri che avevano programmato da tempo il pranzo di San Valentino, con spese per i necessari aprovvigionamenti. Si legge anche che la tipologia di clienti, formata da coppie, è meno a rischio, essendo nella maggior parte dei casi congiunti.
Un tentativo che probabilmente sarà destinato a fallire, visto che fino alla serata di oggi non sono arrivati riscontri positivi. Intanto dal mondo dei ristoratori e dei baristi si leva un grido di richiesta di aiuto per uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia.
A partire da domenica 14 Febbraio la Liguria entrerà in zona arancione. Il ministro della Salute Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze, che sono valide a partire da domenica e per 14 giorni.
"Siamo rimasti nuovamente colpiti dalla mancanza di rispetto verso la nostra categoria" , ha detto a Primocanale Marina Porotto, presidente giovani Fipe Confcommercio, e titolare di un bar nel centro storico di Genova. "La nostra categoria ha delle spese fisse che ha continuato a pagare per tutto l'anno e i ristori sono stati inadeguati sono delle briciole e queto weekend abbiamo un grossissimo problema, i nostri frigoriferi sono pieni di merce che non sappiamom dove mettere, ma soprattutto non sappiamo come pagare, perchè era stata acquistata in occasione di una festività che avrebbe dato una boccata d'ossigeno, il governo dovrebbe avere rispetto per le categorie produttive", ha detto Porotto.
A farle eco il ristoratore Roberto Panizza: "Tutti i ristoranti sono pieni e prenotati, le persone avevano voglia di uscire e celebrare questo momento. Tutti i frighi sono pieni e siamo pronti per partire e il giorno prima ti dicono che non lo potrai fare. Realtà che come tutti noi sono già in sofferenza".
"Il presidente Toti si sta spendendo per una apertura da parte del governo. Ci si domanda a Roma chi sia che cide queste cose che sono al di là di ogni buonsenso. Noi abbiamo il danno di non poter aprire e quello che ti avevano detto che potevi farlo e quindi hai fatto la spesa" ha detto Panizza al nostro microfono.
Intanto cresce il tam tam di coloro che si dicono pronti a trasgredire la norma di chiusa della zona arancione del 14 febbraio. E' il caso della Valpolcevera, dove il noto ristoratore Garbè, con un locale sito in via Romairone all'incrocio verso San Biagio, non lontano dal centro commerciale di Bolzaneto dice: "Abbiamo deciso di stare aperti adottando tutti i sistemi di sicurezza previsti che vanno dalle mascherine ai separatori. Questa è una situazione che non esiste e a mettere in atto una simile protesta non saremo isolati perchè tanti colleghi faranno come noi. Ovviamente, al tavolo di bar e ristorante, siamo già sicuri ci sia la conferma di diversi clienti prenotati" (LEGGI QUI).
E nonostante i contagi continuino a salire, in particolare nell'estemo ponente ligure, di dietrofront riguardo Festival di Sanremo non se ne parla proprio. Non ci sono per il momento accenni di voler fare retromarcia, anzi si parla dei brani in gara e degli ospiti previsti. Il tutto mentre i ristoratori sono costretti ad un nuovo stop di due settimane. Fipe Imperia ha definito folle il modo di agire a discapito di una categoria messa in ginocchio.
E tra Sanremo e Ventimiglia è presente anche la variante inglese del Covid. E' stata tracciata in 7 persone: tre nel distretto sociosanitario sanremese, tre nel distretto sociosanitario ventimigliese e 1 nel distretto sociosanitario imperiese; persone risultate positive negli screening effettuati gli scorsi 3 e 4 febbraio. Pertanto, proseguono da parte dell’Azienda Sanitaria Locale Imperiese, le indagini sui contatti stretti. Asl1 tende a rassicurare la popolazione che detta variante è solamente più contagiosa, sicché la patologia rimane uguale. Circa un caso positivo su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese. Il dato emerge dall'indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al ministero e all'Istituto superiore di sanità i risultati dei test realizzati dal 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana.
Prorogato il divieto di spostamento tra regioni fino al 25 febbraio. Restano validi i motivi di rientro alla residenza o al domicilio, di spostamento nella seconda casa o per cause di salute, lavoro e necessità.
IL COMMENTO
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