cronaca

"Cercheremo di recuperare più salme possibili e restituirle ai propri cari"
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Hanno fatto il giro del mondo le immagini del crollo del cimitero di Camogli: nonostante l'intervento degli specialisti del Comsubin, le operazioni di recupero dei feretri scivolati in mare con il crollo di parte del cimitero di Camogli vanno a rilento. Le basse profondità creano una criticità ai palombari della Marina che nel muoversi riducono quasi a zero la visibilità. Il risultato di una giornata di ricerche è una salma recuperata che porta a 21 il numero complessivo più i due corpi rinvenuti sulla costa di Genova.


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L'area di ispezione su cui devono agire i Comsubin, che avevano lavorato anche al naufragio di Costa Concordia all'Isola del Giglio e tra le macerie della Torre piloti del porto di Genova, è di circa 50 mila metri quadrati dal largo verso la costa con profondità tra 5 e 10 metri. Avvicinarsi proprio sotto costa, dove i tecnici ritengono che ci sia la maggior parte delle bare sommerse è pericoloso in quanto la falesia non è ancora in sicurezza.

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"In Liguria in questi cinque anni è capitato di tutto ed è capitato anche questo", ha detto il presidente Giovanni Toti elogiando la preparazione della macchina di Protezione Civile e ringraziando tutte le persone impegnate. "Volevo venire di persona per rendermi conto e per testimoniare al sindaco e alla cittadinanza vicinanza e collaborazione", ha aggiunto il governatore che al termine della riunione in Comune ha effettuato un sopralluogo nel cimitero. "La Liguria è fatta dei posti dedicati e a volte talmente belli proprio perché delicati. Fortunatamente non ci sono state né vittime né feriti: questa è una buona notizia, Stiamo cercando di salvare il salvabile di questo luogo che rappresenta per molte famiglie il luogo degli affetti e dei ricordi di una vita. Cercheremo di farlo con tutte le forze messe in campo e di mettere in sicurezza quest'area il prima possibile". 

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Non si esclude, però, l'ipotesi di una fossa comune. "Cercheremo di recuperare più salme possibili e restituirle ai propri cari, ma se nel crollo di questi 6 mila metri cubi qualcosa è andato irremediabilmente distrutto crediamo sia giusto comunque consentire di avere un luogo per il ricordo", ha commentato Toti. 


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Prosegue anche la demolizione dei loculi in bilico ed entro mercoledì, ha detto il sindaco di Camogli Olivari, saranno stese sulla parete franata delle reti di contenimento; tutte operazioni per evitare distacchi di roccia che possano creare pericoli per chi opera in mare. Intanto va avanti l'inchiesta e la procura sta analizzando uno studio dell'università di Genova che nel 2014 aveva inserito l'area dal torrente Nervi a Camogli tra le più pericolose della costa di Levante. Sono in corso accertamenti sull'assenza di monitoraggi in tempo reale che potevano segnale i movimenti della falesia, mentre nei giorni scorsi erano stati acquisiti documenti sui lavori di ristrutturazione fatti al cimitero. L'inchiesta al momento e verso ignoti per frana colposa. Intanto i residenti, dalla rabbia contro le istituzioni e il sindaco sono passati alla solidarietà.