42 anni, nata a Chiavari e residente a Genova, sposata. La dottoressa Dentone infettivologa da dicembre 2007, è dirigente medico presso la Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino. Dopo essere stata infettivologa in Asl 1, all’Ospedale di Sanremo, ha fatto un dottorato di ricerca in immunologia con l’Università di Genova fuori dall’Italia, a Parigi e Londra. Da novembre 2019 è arrivata al Policlinico. E' stata tra i primi operatori sanitari a essere vaccinata durente il vax day dello scorso 27 dicembre.
Oggi è stata pubblicata la circolare del Ministero della salute che allarga la platea del vaccino Astrazeneca a chi ha più di 65 anni. Il vaccino potrà quindi essere somministrato a tutti i soggetti sopra i 18 anni, a eccezione dei pazienti identificati "come estremamente vulnerabili in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19". La decisione fa seguito a un parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità che ha rilevato che, "anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni, la somministrazione del vaccino di AstraZeneca è in grado d'indurre significativa protezione sia dallo sviluppo di patologia indotta da SARS-CoV-2, sia dalle forme gravi o addirittura fatali di COVID-19". Per la dottoressa Dentone "un'ottima notizia": "Il vaccino Atrazeneca ha una copertura nella forma grave fino al 99,98% che è un ottimo dato, che Astrazeneca sia dato a tutte le classi è un'ottima informazione, è un ottimo piano di lavoro che permetterà di avere coperture vaccinali più ampie quindi sono molto contenta di questo perchè si partirà con un vaccino in più per tutte le classi".
Sono giornate molto convulse con vertici e riunioni che ipotizzano nuove strette per contenere la terza ondata di contagi. "La Liguria è circondata da regioni che stanno andando peggio - spiega la dottoressa Dentone - noi siamo gialli perché il nostro RT è sotto l'uno, devo dire che c'è stato però un leggero aumento nel Ponente Ligure tanto che sono state prese delle misure diverse rispetto all'altra parte della regione. Anche i dati di ieri ci confortano sul fatto che la Liguria è in questo momento ancora in una fase medio-buona direi, il punto però è che anche nella prima ondata abbiamo avuto una sorta di latenza di due settimane rispetto alle altre regioni, soprattutto rispetto alla Lombardia, quindi noi siamo pronti se aumentassero i casi nei prossimi 7-10 giorni a ripartire".
Qual è la caratteristica della variante inglese? "Quello che vediamo è che essendoci un'ampia circolazione l'aumento dei casi può essere dovuto al fatto che circolando di più, ed essendo più contagiosa, si ammalano più persone e più di queste possono avere una sintomatologia più grave ed essere quindi ricoverate questa è la peculiarità di questa variante inglese ma la cosa importante è che c'è la copertura dalle vaccinazioni in commercio".
Un anno è passato dall'inizio dell'emergenza anche nella nostra regione e proprio nella clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino dove lavora Chiara Dentone sono arrivati i primi pazienti. "Noi tendiamo a rimuovere le parti più negative sia del mestiere che della vita - racconta - devo dire che io cerco di guardare i lati positivi di questa pandemia, noi come medici, infermieri, operatori sanitari del reparto non abbiamo mai mollato e questo lo facevamo anche prima per i pazienti, per chi avevamo a casa e per la società quindi io credo che ci debba essere un messaggio positivo di quest'anno, anche se è stato un anno difficile di sofferenza, un anno di fatica, però devo dire che ci ha formato da tutti i punti di vista sia professionale che umano.
La dottoressa Dentone sospira quando le si chiede chiudendo gli occhi che immagini ricorda di questi dodici mesi: "Immagini ce ne sono tante ma ne ho due in particolare: una devo dire che è quella delle nostre riunioni iniziali, soprattutto a marzo, per cercare di capire cosa fare come meglio per i malati, era questo che si respirava nelle riunioni con il prof. Bassetti, eravamo tutti attenti ai dati che uscivano per fare il meglio e l'altra immagine sono le telefonate ai parenti per dirgli che noi eravamo vicini ai loro cari che non potevano vedere e questo devo dire che è una parte difficile da superare, siamo stati tramite per i parenti che non potevano vedere il malato e dicevamo che eravamo noi loro occhi e questa è una cosa importante che vorrei che passasse per tutte le persone che non ce l'hanno fatte, per il loro familiari per far sapere loro che sono stati accuditi".
IL COMMENTO
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