
Ma questa situazione potrebbe peggiorare ancora di più con lo sblocco dei licenziamenti, per il momento previsto per il 31 marzo. "Con la terza ondata alle porte e le conseguenti restrizioni ulteriori che verranno messe in atto, ci auguriamo che il Governo cambi questa data, poiché rappresenterebbe una bomba sociale di cui non conosciamo la portata", è l'appello che arriva dal mondo dei sindacati.
Il Covid ha sottolineato come nell'organizzazione del lavoro sia necessario fare ancora grandi passi avanti in Italia, per conciliarlo con la vita familiare. Proprio il fatto che a perdere il lavoro siano state più donne che uomini, in un anno caratterizzato anche dalla didattica a distanza in cui i genitori hanno dovuto farsi carico dei figli anche durante le ore scolastiche, fa capire come manchi ancora una cultura del lavoro in Italia. Ma uno strumento potrebbe essere quello dello smartworking, che ha funzionato e che potrebbe diventare un alleato in molte aziende.
"Attualmente il 24% dei lavoratori italiani è ancora in smartworking e dai dati nazionali i due terzi hanno dichiarato di essere molto più produttivi a casa rispetto a quando si è in azienda", ha detto Bavoso a Primocanale, in occasione della puntata in rosa di Liguria 2021. "Si è trovato un mezzo che viene bene ai lavoratori ma ancora di più alle aziende, a questo punto anche in epoca post Covid andrà regolamentato ed è una soluzione da adottare non solo per le donne ma anche per gli uomini". Per un passo del genere, però, è necessario che nascano degli accordi anche nazionali, che vadano a disciplinare le modalità di fruizione del telelavoro e il diritto alla disconnessione, ovvero allo spegnimento dei dispositivi informatici e telefonici.
IL COMMENTO
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