Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto e ripetuto che il turismo è un settore su cui investire, perché "certamente è uno di quelli che ripartirà". Dunque: mentre in altre situazioni ci sono imprese che pur riuscendo a riaprire non si sa che fine faranno, per colpa della pandemia, nel turismo è sicuro che si tratti solo di tenere duro. Magari ancora un annetto? Facciamo un annetto, ma poi liberi tutti di muoversi e raggiungere le agognate mete di cultura e svago per vacanze da fine settimana o più prolungate.
L'Italia sarà una di queste di mete. E dentro l'Italia, la Liguria sarebbe "certamente" una di queste, per usare l'avverbio di Draghi. Ma, appunto, sarebbe. Se l'editore di Primocanale, Maurizio Rossi, si sente dire da un top manager che lui a Genova per una intervista ci verrebbe, però non sa come arrivarci, c'è un problema. E se subito dopo tutta la regione che ha delle responsabilità quotidiane ti racconta che muoversi da, verso e dentro la Liguria è diventato un inferno, c'è più di un problema.
Aerei, treni e autostrade o non funzionano o addirittura proprio non esistono. Non sto a rifare la lista infinita dei disservizi, dico solo che così non può durare. E se sento il presidente dell'Autorita' portuale di Genova-Savona, Paolo Signorini, affermare che "l'emergenza trasporti durerà cinque anni" non posso non condividere il suo appello al governo affinché intervenga.
Veda, presidente Draghi, la pandemia si sta caratterizzando, a livello sanitario, con l'assorbimento praticamente totale di energie e risorse. La gente, però, si ammala e muore anche di altre patologie ed è scandaloso, oltre che sbagliato, ignorare tutti i malanni che non siano covid.
Noi liguri paghiamo un dazio più alto, perché ci sta accadendo la stessa cosa anche in campo economico attraverso i guai molto particolari e particolareggiati riguardanti la mobilità. L'esecutivo, allora, non può ignorare questa cosa e ha il sacrosanto dovere di intervenire, con un piano che consenta in qualche modo di rendere concreta anche in Liguria la previsione secondo cui "il turismo certamente ripartirà".
I numeri, del resto, stanno lì a dire tutto. Nel 2019 il turismo ha creato una produzione di beni e servizi stimata in 5 miliardi e 746 milioni, ha contribuito al Pil regionale con 3 miliardi e 288 milioni (pari al 7,5 per cento dell'intero prodotto interno ligure), ha avuto importazioni per 2,3 miliardi e prodotto un'occupazione pari a 72 mila unità, delle quali il 58,5 per cento sono dipendenti.
Sono cifre del pre-covid che dovrebbero diventare, almeno, quelle del post-covid. Ma nel mezzo della pandemia un governo davvero efficiente dovrebbe attrezzarsi per affrontare l'emergenza e anche per guardare oltre. Lei, presidente Draghi, è premier da poco più di un mese. Non è giusto chiederle miracoli, però è doveroso chiederle di non ignorare la Liguria. E di farlo adesso, subito. Quando i tempi miglioreranno, sarà tardi per saltare sul treno della ripresa.
cronaca
Turismo ostaggio di trasporti e covid, il governo deve muoversi subito
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