cronaca

1 minuto e 20 secondi di lettura
Regione che vai, furbetti che trovi.
Nel Bel Paese tra le categorie che hanno saltato la coda troviamo nel Lazio magistrati antimafia che hanno usufruito del vaccino per patologie pregresse (la ben nota sindrome Riina-Provenzano), in Puglia studenti di Medicina, in Sicilia un alto prelato ed esponenti delle forze dell’ordine a cui il vaccino sarebbe stato somministrato prima che rientrassero tra le categorie autorizzate. E poi sindaci e stretti collaboratori di politici, così da garantirsi l’immunità dal Covid, scavalcando anziani e ultrafragili.


Sorvolando la simpatica gag del presidente della Campania De Luca (o forse era Crozza nella sua più riuscita imitazione?) che espose con sprezzo del pericolo, il braccio nudo al vaccinatore, abbiamo i Nas di Bari che indagano sulla presenza di un numero corposo di volontari che si sarebbero iscritti alla lista dei vaccinatori, semplicemente per essere i primi a vaccinarsi.

In Toscana hanno facilitato il sorpasso dei furbetti, aprendo nel portale destinato alle prenotazioni, una categoria definita “altro”. E così, nella vaghezza del termine, con un click, si sono iscritti camerieri, cuochi, orchestrali, sportivi, ballerine e modelle.

57 mila cognomi che i carabinieri spunteranno per verificare quanti avessero davvero la priorità. Ha suscitato scalpore la vicenda del sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, nell’occhio del ciclone per aver usufruito, primo fra tutti i suoi cittadini fragili, del vaccino. Il caso ha scatenato le polemiche.
Addirittura al sindaco immunizzato, è stata recapitata una busta con un proiettile. E così, temendo la seconda ‘somministrazione’, Nicolò Nicolosi ha pensato bene di dimettersi.