cronaca

Odone parla di tassa ingiusta che andrebbe pagata in base a immondizia prodotta
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Confcommercio lancia un allarme sulla tassa rifiuti Tari "pagata da cittadini e imprese nonostante l'emergenza da Covid-19 abbia obbligato molte attività a chiudere e nonostante si sia registrata nel 2020 una contrazione del Pil di quasi 9 punti percentuali, con conseguente riduzione di consumi e di rifiuti". A livello nazionale è stato quantificato un calo di più di 5 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 15% in meno rispetto all'anno precedente, calo che, in ogni caso, assorbe anche la produzione di dispositivi anti Covid (sostanzialmente mascherine) trattati come rifiuti indifferenziati. Nonostante questo calo della produzione dei rifiuti, l'ammontare complessivo della Tari è rimasto elevato attestandosi, nel 2020, su valori analoghi a quelli del 2019 (circa 9,73 miliardi di euro).

"Questa tassa - dice il presidente Confcommercio Genova Paolo Odone - deve essere applicata e pagata sulla base della quantità di rifiuti prodotti secondo il principio comunitario 'chi inquina paga' e non sono certo le imprese che producono la maggiore quantità di rifiuti sul nostro territorio e i maggiori costi di raccolta. Vi è quindi una evidente ingiustizia di fondo nella ripartizione di questi costi e ciò produce un grave danno alle nostre imprese".

L'Arera, l'autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, aveva stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l'adozione del Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) incentrato sulla trasparenza e sull'efficienza dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che avrebbe dovuto generare un abbattimento delle tariffe, afferma Confcommercio. Ma solo il 21% dei Comuni ha recepito l'indicazione e in questo sottoinsieme, nel 58% dei casi il costo della Tari risulta addirittura in aumento per un valore medio del 3,8%. Nei Comuni che hanno impostato il nuovo metodo tariffario ARERA, in sostanza, non si sono registrate le contrazioni della spesa attese né un efficientamento dei costi.