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Il parere dell'ex direttore esecutivo dell'Agenzia Europea dei Medicinali
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La correlazione tra trombosi e vaccino "non è dimostrata e non è dimostrabile ancora, perché i casi sono pochi ed eterogenei. Se tutti i 13 casi si fossero verificati con lo stesso meccanismo, avrei qualche certezza in più e potrei studiare cosa lo scatena. Ma di fronte a una casistica così limitata e dispersa sul continente non è possibile. Stiamo parlando di eventi ultra rari".

Lo ha detto Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia Europea dei Medicinali, che ha sottolineato: "sanguinamenti molto peggiori li fa l'aspirina ogni anno con tassi molto più alti e le persone finiscono in ospedale, eppure la prendiamo con grande tranquillità e sicurezza".

Di una correlazione tra vaccini e trombosi, precisa l'esperto, direttore scientifico di Consulcesi, "l'evidenza non c'è, ci sono una serie di indizi, in Germania un po' più chiari, ma non è stata dimostrata. In Italia i casi di trombosi sono molto eterogenei fra loro e solo pochi analoghi a quelli verificatisi in Germania. Sarebbe irresponsabile far finta di niente e andare avanti, ma sarebbe altrettanto poco saggio bloccare tutto in assenza di una reale prova scientifica di un nesso causale". Ad esempio "ho anche saputo di tre persone che prima di Pfizer hanno avuto una trombosi e se si fosse anticipata la vaccinazione sarebbe stata addebitata al vaccino".

Nel Regno Unito ci sono stati 7 decessi dopo il vaccino su 18 milioni di vaccinati. A fronte di questi numeri, "non c'è motivo di sospendere la campagna, il rapporto beneficio rischio-continua ad aumentare nonostante i casi riportati, se pensiamo ai 400 morti al giorno". Tra le ipotesi, una scelta strategica potrebbe essere quella "di iniziare a utilizzare AstraZeneca per la fascia di età in cui non si sono mai verificati episodi di trombosi simili".