Non è stato facile per l'Associazione Teatro Necessario mettere in scena uno spettacolo in carcere in piena pandemia. Dopo che il lockdown dell'anno scorso aveva fatto saltare la prima in teatro, quest'anno è stata formata una nuova 'compagnia' di detenuti, che tra permessi, quarantene obbligatorie e tamponi ha messo su "Profughi da tre soldi". Dall'ispirazione di Brecht ai fatti di estrema attualità legati all'immigrazione, ne è nato uno spettacolo davvero intenso. "Non voglio dire psicodramma, ma la compagnia è formata dal 90% di detenuti stranieri: gambiani, sengalesi, marocchini e albanesi, tutte persone che hanno vissuto sulla propria pelle i fatti che descriviamo, poiché sono arrivati in Italia sui barconi", racconta il regista Sandro Baldacci.
Accanto a loro, gli attori professionisti Igor Chierici, Cristina Pasino, Michela Gatto e il giovanissimo Filippo Di Duca di 11 anni, dato che il progetto che da oltre 12 anni è attivo all'interno della casa circondariale di Genova Marassi prevede la creazione di un gruppo integrato, dove proprio il confronto con l'esterno rappresenta un ulteriore opportunità in più di confronto. "Anche se non è stato facile quest'anno più degli altri, poiché anche per un solo giorno di permesso erano necessari 14 giorni di quarantena, per cui alle prove è stato difficile provare
Mancherà il pubblico in platea, un momento di confronto importante per coloro che partecipano al progetto. Ma sulla piattaforma OnTheatre si spera di raggiungere ancora più spettatori a partire dalle ore 21 del 13 aprile. "E non mancheranno i ragazzi delle scuole liguri: ogni anno eravamo abituati ad avere centinaia di giovani sia al Teatro dell'Arca all'interno del carcere sia nelle platee dei principali teatri cittadini, quest'anno lo faranno in didattica a distanza", commenta Baldacci.
La trama non può essere più attuale di così: In uno scenario tristemente contemporaneo, popolato da profughi provenienti dal Nord Africa così come da altri Paesi, due contrapposte personalità accolgono i nuovi arrivati in una sgangherata struttura di accoglienza: la direttrice, una donna disincantata, con una scorza dura a proteggere un’anima gentile, e un inviato del Ministero dell’Interno, uomo corrotto e profittatore che mal dissimula il suo reale obiettivo: instradarli verso il mondo della delinquenza e dell’accattonaggio al solo scopo di trarne notevoli profitti personali. Qui si intrecciano paure, storie di orrori e di separazioni, speranze, lingue, religioni, cicatrici, vendette e afflati di solidarietà. Per vedere lo spettacolo, sarà sufficiente fare un'offerta simbolica in segno di sostegno all'associazione.
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Debutta il primo spettacolo dei detenuti solo online, ecco "Profughi da tre soldi"
Il teatro dell'Arca nel carcere di Marassi non ha quasi mai chiuso in tempo di pandemia
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