“Fermi noi, fermi tutti”: è questo lo slogan che campeggia lungo la variante Aurelia di Sarzana e di fatto blocca il traffico sulla principale arteria della Val di Magra.
Sono un centinaio i titolari di attività di ristorazione, bar, esercizi commerciali che si sono dati appuntamento anche questa settimana per far sentire la propria disperazione. La protesta che invade le piazze e le strade d’Italia prende campo anche nello spezzino e si concentra lungo questo asse viario indispensabile per i collegamenti nella zona sarzanese.
“Le difficoltà sono molteplici sia per noi e che per i nostri dipendenti che percepiscono una cassa integrazione in tempi e modalità non più gestibili per via dei ritardi e delle cifre irrisorie che vengono erogate – spiega il ristoratore Francesco Ricciardi -. Siamo chiusi ma ci sono spese che non si fermano: gli studi contabili che gestiscono le stesse pratiche di cassa integrazione così come le assicurazioni dei locali arrivano puntuali. Ma di soldi nel cassetto non ce ne sono più. La soluzione è solo quella di aprire immediatamente, nel totale rispetto delle norme anti covid che comunque abbiamo sempre seguito. Un altro mese di chiusura non lo sosteniamo”.
“Siamo chiusi dal 9 marzo dello scorso anno con 29 dipendenti assunti su tre diversi locali – aggiunge Giacomo Devoto -. Da contribuente sono deluso, sono vent’anni di lavoro nella ristorazione che vedo sfumare. Il nostro settore genera il 23% del prodotto interno lordo e le conseguenze delle chiusure peseranno anche all’intera filiera agroalimentare”.
Per il settore fieristico non ci sono spiragli, come racconta Roberto Bertagna: “Sono fermo da ben più di un anno, dai mercatini di Natale del 2019. Senza nessun sostegno o ristoro. Ma i mercati settimanali e i supermercati sono sempre rimasti aperti”.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità