Meno diagnosi e tumori al seno più avanzati a causa di una riduzione media di circa 35% degli screening. Così Massimo Calabrese, direttore della senologia radiologica del Policlinico San Martino e presidente nazionale dei radiologi senologi sintetizza a Primocanale i dati che hanno raccolto a Genova confrontando il periodo 31 maggio - 31 dicembre 2020 con lo stesso pre-covid del 2019.
"Il blocco principale è stato durante il lockdown - spiega Calabrese - quindi praticamente da marzo fino a fine maggio lo screening, ossia quando le donne vengono chiamate a casa e vengono invitate a fare la mammografia, si è bloccato completamente a livello nazionale, si è ripartiti con tempistiche diverse con alcune regioni che sono più avanti altre meno però fortunatamente si è ripartiti e attualmente siamo a una perdita del 35% circa. Per quanto riguarda la nostra situazione specifica di San Martino abbiamo avuto anche noi un blocco fino alla fine del lockdown fino a fine maggio dove abbiamo fatto solo le urgenze, il problema è stato importante perché noi abbiamo valutato la quantità di diagnosi di tumore maligno della mammella nel periodo 31 maggio 31 dicembre 2020 l'abbiamo confrontato con gli stessi numeri del periodo pre Covid quindi 31 maggio-31 dicembre 2019 e abbiamo avuto meno diagnosi ma tumore più grossi, quindi una latenza di tumori all'interno della popolazione prevalentemente ligure e genovese che sono stati visti dopo e questo per la maggior parte dei tumori non è un problema ma per una piccola parte dei tumori che può essere 4-5% che sono quelle più aggressivi può essere un peggioramento della prognosi tanto che a livello mondiale si sa che non si può bloccare lo screening e la diagnosi precoce se non più di tre mesi quindi bisogna recuperare entro i tre mesi".
Per seguire questo obiettivo dopo il lockdown la radiologia senologica ha allungato l'orario di lavoro e aggiunto il sabato. "Abbiamo allungato i tempi, le pazienti non si incontrano fra di loro - racconta Calabrese - lavoriamo dalle 7.30 fino alle 22.30 e anche il sabato il 31 marzo abbiamo concluso il recupero di quello che avevamo perso contemporaneamente abbiamo dilatato gli appuntamenti delle altre donne che avevano appuntamento senza superare i 3 mesi".
Calabrese lancia poi un appello alle donne: "Purtroppo ancora tante fanno fatica, hanno paura a venire in ospedale per la paura del Covid perché sono terrorizzate però io vorrei tranquillizzare loro: le nostre strutture sono sicure".
Queste minori diagnosi sono tra i cosiddetti 'effetti collaterali' del Covid ossia persone che hanno visto la propria salute peggiorare a causa di esami rinviati e visite annullate. In Italia per esempio gli interventi per tumore alla mammella sono diminuiti del 22,05% rispetto allo scorso anno.
"Il blocco degli screening significa che avremo una percentuale maggiore di tumori che vengono diagnosticati in una fase un pochino più avanzata rispetto alla fase in cui avvenivano quando gli screening funzionavano normalmente - sottolinea Lucia Del Mastro coordinatrice della breast unit del Policlinico San Martino di Genova - questo ritardo per la maggior parte dei tumori della mammella, che non sono biologicamente molto aggressivi, non si riflette in un peggioramento della prognosi ma c'è una quota di tumori della mammella più aggressivi per i quali il ritardo diagnostico di alcuni mesi può determinare un peggioramento della diagnosi; dal punto di vista chirurgico il tumore in fase più avanzato può essere meno suscettibile di un intervento conservativo rispetto a un tumore diagnosticato precocemente ma oggi fortunatamente abbiamo la terapia pre-chirurgica che consente di ridurre il tumore e quindi consente anche in questi casi un pochino più avanzati di effettuare un intervento chirurgico di tipo conservativo".
Durante il locktown l'attività dell'oncologia medica non si è mai fermato ora si è aggiunto l'impegno della vaccinazione: "Abbiamo continuato tutte le terapie che era necessario effettuare, abbiamo attivato dei servizi di consegna a domicilio dei farmaci là dove era possibile per ridurre l'accesso delle pazienti qui in ospedale - racconta Del Mastro - adesso siamo impegnati nella vaccinazione dei pazienti oncologici che afferiscono al nostro day ospital e qui al policlinico abbiamo il centro vaccinale e siamo noi oncologi che prenotiamo i pazienti per la vaccinazione scegliendo anche il momento migliore per vaccinare rispetto alla terapia oncologica".
Secondo Lucia Del Mastro per il futuro è fondamentale avere degli investimenti nella sanità e in particolare nella prevenzione per evitare quella che qualcuno ha già definito come rischio 'pandemia da cancro'. "Le donne devono venire nei centri per effettuare la mammografia - conclude Del Mastro - noi dobbiamo prepararci, non possiamo essere colti di sorpresa per cui è importante che una parte dei fondi che saranno destinati al recupero di quanto abbiamo perso con la pandemia vengano destinati ad un rafforzamento delle strutture diagnostiche del personale medico ed infermieristico perché questo consente di soddisfare in tempi più brevi quelli che sono i bisogni della popolazione e anche l'eventuale recupero di uno stop dovuto alla epidemia".
salute e medicina
Covid, durante la pandemia meno diagnosi e tumori al seno più avanzati. L'oncologa Del Mastro: "Più investimenti"
L'appello alle donne a non avere paura
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