cronaca

Contestati a Giulia Stanganini anche dei maltrattamenti contro i suoi familiari
1 minuto e 7 secondi di lettura
Due omicidi, occultamento di cadavere, maltrattamenti in famiglia. Sono le accuse mosse dalla procura di Genova a Giulia Stanganini, 38 anni, accusata di avere ucciso il figlioletto di tre anni nel novembre 2019 e di avere poi ucciso la madre, Loredana Stuppazzoni, in pieno lockdown e di averne smembrato il corpo per nasconderlo.

I pubblici ministeri Sabrina Monteverde e Stefano Puppo, coordinati dal procuratore capo Francesco Cozzi, hanno chiuso le indagini sulla vicenda e hanno contestato anche i maltrattamenti in famiglia. Secondo l'accusa, infatti, prima dell'omicidio del figlio, la Stanganini aveva vessato la madre picchiandola, umiliandola, rubandole soldi. In più di una occasione, la vittima era dovuta scappare di casa dopo essere stata ferita con le forbici o essersi trovata con la figlia che le stingeva le mani intorno al collo.

La figlia le aveva anche rubato i soldi della liquidazione dopo il pensionamento come bidella, falsificando anche la sua firma sugli assegni. In un primo momento la morte del figlio era sembrato un incidente, ma dopo l'omicidio della mamma gli investigatori erano riusciti a capire che anche il piccolo era stato ammazzato. Stanganini si era presentata in questura confessando di avere fatto a pezzi la madre dopo che l'aveva trovata impiccata in bagno. Gli investigatori però non avevano mai creduto al suicidio e hanno sempre sostenuto che fosse stata la donna a ucciderla.