"Questa tragedia" - prosegue Sanna - "ha scosso sì il mondo intero, il nostro Paese ma soprattutto la nostra città e la nostra Valle. Era ferragosto ed ero in montagna, ricordo ancora il momento nel quale iniziò a squillare incessantemente il cellulare. Mi dissero che il ponte era crollato e il mio Comune di Sant’Olcese, del quale ero Sindaco, era rimasto tagliato fuori da tutto. Tornai di corsa a gestire l’emergenza. Quando arrivai e vidi le macerie, i mezzi di soccorso che cercavano le persone, si aprì una voragine nel mio profondo che ancora oggi mi porto dentro."
Il vicepresidente denuncia: "Giustizia per quel crollo, per quelle 43 vite spezzate e le loro famiglie non è stata ancora fatta. Un avvenimento che ha inoltre causato e sta causando notevoli danni economici al tessuto territoriale ligure."
"C’è un processo in corso a carico di quella società che ha ancora in concessione quel tratto autostradale, un bene fornitogli dallo Stato, e che aveva l’onere di mantenere e monitorare. Una società concessionaria, che a seguito del crollo, ha quindi perso la fiducia dei cittadini. Oggi viene acquisita dello Stato, tramite CdP, a prezzo di mercato. Pagare miliardi ad Atlantia, per riappropriarsi di un proprio bene, significa riconoscere a priori che quella società è stata ed è ancora adempiente degli oneri che le spettavano nel mantenimento del Ponte e della rete autostradale ligure che riversa ancora nell’incertezza e nell’incuria."
"E’ inopportuno che chi non ha gestito un bene pubblico adeguatamente riceva un ulteriore beneficio finanziario. Non è opportuno nei confronti delle vittime, nei confronti di Genova, della Liguria e nei confronti dei cittadini tutti, ovvero di coloro che devono pagare per riappropriarsi di qualcosa che già possiedono."
IL COMMENTO
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