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Riscoperti dai genovesi durante i lunghi mesi di lockdown i forti sono tornati a stimolare l'interessa di più parti, compreso l'amministrazione. Dai fondi del Recovery Fund sono arrivati quasi 70 milioni di euro che hanno l'obiettivo di rivalorizzare le strutture costruite come barriera difensiva della città tra il Settecento e l'Ottocento. Da una parte l'intenzione di recupero strutturale, dall'altro l'idea di creare eventi capaci di attirare turisti lasciando i forti in gestione a singole associazioni che si occupino del recupero e valorizzazione. Dall'altra ancora la necessità di creare un sistema agevole per raggiungerlo. Non solo la cabinovia che nelle intenzioni vorrebbe collegare la zona della Stazione Marittima con il Sistema dei Forti di Genova. Un piano mobilità dedicato ai forti. Anche l'assessore allo Sviluppo economico Stefano Garassino in passato a Primocanale aveva spiegato che non è pensabile "portare 5-6 mila persone con la macchina in strade strette e prive di via di fuga".
Intanto lungo i sentieri che portano ai forti in alcuni casi sono già comparse le nuove indicazioni con il logo che rimanda al percorso dei forti. Con i soldi arrivati dall'Europa si punta a al recupero dei Forti Belvedere, Crocetta, Tenaglia, Sperone, Puin, Begato, Diamante, Torre Granara, Santa Tecla, e in generale della cinta muraria del Sistema dei Forti. Inoltre nelle intenzioni ci sarà spazio anche per la creazione di un hub informativo e di accoglienza dei visitatori presso il punto di arrivo della cabinovia nell'area di Forte Begato.
IL COMMENTO
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