Il corteo si è dato appuntamento alle 8.30 presso lo stabilimento di Cornigliano, per poi dirigersi a piedi verso la Prefettura di Genova, in largo Lanfranco. E' proprio qui che si sono venute a creare le prime tensioni fra i partecipanti al corteo e i poliziotti schieratasi davanti all'ingresso della Prefettura. Ad un certo punto i lavoratori se la sono presa con i poliziotti arrivando a insultarli e pretendendo che si togliessero il casco. Dopo un po' di tempo, gli agenti si sono tolti l'elmetto in segno di riappacificazione; qualche minuto dopo tuttavia, uno dei poliziotti è stato colpito alla testa durante un momento di estrema tensione, per poi essere soccorso da una parte degli stessi lavoratori. Nel corso della mobilitazione sono rimasti lievemente feriti 7 funzionari delle forze dell'ordine, ma anche 2 operai del corteo.
Il corteo si è poi spostato in via Garibaldi in direzione di Palazzo Tursi, dove i lavoratori hanno trovato tuttavia l'ingresso chiuso. Tra le strade del centro storico genovese sono partiti cori come "il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta", che ha fatto da sfondo per il ritorno del corteo verso la Prefettura.
I lavoratori sono allora tornati davanti alla Prefettura dove si è recato anche il sindaco Marco Bucci per confrontarsi con il corteo, in particolare con l'ex leader della Fiom Franco Grondona. "La cassa integrazione è inaccettabile, parli il governo, si faccia sentire Draghi". Queste le parole del primo cittadino di Genova, che tuttavia non è riuscito a calmare gli animi. Grondona ha risposto chiedendo di "prendere una posizione e di chiedere al governo di sospendere la cassa integrazione disposta dall'azienda." Il sindaco ha ribadito che la decisione è
inaccettabile ma ha sottolineato che lui può fare "solo una moral suasion" non avendo "alcuna responsabilità nei confronti dell'azienda. "Deve parlare il Governo, deve farsi sentire Draghi" ha aggiunto ribadendo di aver già preso posizione in passato: "noi su quelle aree abbiamo un'idea di sviluppo".
"Fate i forti con i deboli ed i deboli con i forti, non contate un cazzo. Sei il sindaco e non ti esponi" Con queste parole si è chiuso il confronto fra Bucci, Grondona e Armando Palombo, della RSU.
A seguito del confronto, il corteo si è diretto al Palazzo della Regione per farsi ascoltare dalle istituzioni. La Prefettura ha poi concesso un incontro con un'ampia delegazione dei manifestanti da parte del Prefetto Renato Franceschelli. Sono 15 le persone riunite fra segreteria e delegati.
I delegati che si trovano al tavolo con il prefetto ed il questore di Genova, hanno fatto sapere attraverso Armando Palombo che: "nessuno si alzerà dal tavolo fino a quando non arriveranno risposte scritte dal Governo".
Intanto a livello nazionale per la giornata di giovedi 8 luglio sarà convocato un incontro al ministero dello Sviluppo economico al quale parteciperanno Acciaierie d'Italia e sindacati alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti che inviterà anche il ministro del lavoro insieme con tutte le parti interessate per discutere delle prospettive industriali e della situazione occupazionale. Lo fanno sapere fonti del Mise.
A seguito del confronto, il corteo si è diretto al Palazzo della Regione per farsi ascoltare dalle istituzioni. La Prefettura ha poi concesso un incontro con un'ampia delegazione dei manifestanti da parte del Prefetto Renato Franceschelli. Sono 15 le persone riunite fra segreteria e delegati.
I delegati che si trovano al tavolo con il prefetto ed il questore di Genova, hanno fatto sapere attraverso Armando Palombo che: "nessuno si alzerà dal tavolo fino a quando non arriveranno risposte scritte dal Governo".
Intanto a livello nazionale per la giornata di giovedi 8 luglio sarà convocato un incontro al ministero dello Sviluppo economico al quale parteciperanno Acciaierie d'Italia e sindacati alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti che inviterà anche il ministro del lavoro insieme con tutte le parti interessate per discutere delle prospettive industriali e della situazione occupazionale. Lo fanno sapere fonti del Mise.
IL COMMENTO
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