cronaca

Massimo Coco: "Mio padre e i due uomini della scorta sono morti per farle rispettare"
1 minuto e 3 secondi di lettura
"Brusca libero? Abbiamo delle leggi e mio padre è morto per farle rispettare, come i due uomini della sua scorta Deiana e Saponara, non toccano a me questi tipo di commenti".

Massimo Coco, figlio di Francesco Coco, il procuratore capo ucciso l'otto giugno del 1976 in salita Santa Brigida, nel centro storico di Genova, dai terroristi delle Brigate Rosse con i due uomini della sua scorta, il brigadiere di pubblica sicurezza Giovanni Saponara e l’appuntato dei Carabinieri Antioco Deiana, nella ricorrenza della strage ha commenta così a Primocanale la notizia che Giovanni Brusca, pluriomicida della mafia è tornato libero perchè pentito.


Una scarcerazione che inevitabilmente ha susciato molte polemiche.


"Se le leggi permettono questo le dobbiamo rispettare - ha risposto Coco - se le leggi non vanno più bene o ritenute inadeguate è giusto che nelle sedi più opportune vengano discusse. Io se c'è una decisione della magistratura la rispetto, devo accettarla e rispettarla anche se può non farmi piacere, naturalmente", conclude ancora Massimo Coco, che poi si è fermato a parlare a lungo con il procuratore di Genova Francesco Cozzi, che alla vigilia della pensione ha voluto più di altri la commemorazione delle vittime della strage di 45 anni fa.